Sono stati scoperti due nuovi pianeti con caratteristiche molto simili alla Terra e che quindi avrebbero le condizioni per ospitare la vita.

L’importante notizia è stata annunciata da un team di ricercatori internazionali guidato dagli esperti dell’Instituto de Astrofísica de Canarias (IAC) e al cui interno troviamo anche scienziati italiani dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e della Scuola Normale Superiore di Pisa.

I due pianeti avrebbero una conformazione molto simile alla Terra, con prevalenza di acqua e non sarebbero così lontani dal nostro sistema solare.

Anche la distanza dal loro Sole sarebbe equiparabile con quella del nostro pianeta e ciò garantirebbe alta possibilità di abitabilità.

I due pianeti distano poco meno di 16 anni luce dal nostro Sole in direzione della costellazione della Balena. Questi corpi celesti, nominati GJ 1002b e GJ 1002c, sono stati classificati come eso-Terre e sono in orbita attorno alla stella nana rossa GJ 1002, che ha una massa circa un ottavo del Sole.

Alejandro Suárez Mascareño, ricercatore del team e primo autore dello studio scientifico già accolto per la pubblicazione sulla prestigiosa rivista “Astronomy & Astrophysics”, ha affermato in un comunicato ufficiale che con l’individuazione di questi due pianeti sale a sette il conteggio di pianeti conosciuti con caratteristiche simile alla Terra e che siano ad una distanza sufficientemente raggiungibile.

È opinione dello stesso Mascareño che la Terra non abbia caratteristiche uniche in tutto l’universo ma anzi la natura sta rivelando che non è raro trovare pianeti simili al nostro.

La scienziata austriaca Vera María Passegger, coautrice dell’articolo e ricercatrice IAC, ha evidenziato che, poiché la stella al centro di questo sistema solare possiede una massa decisamente inferiore al nostro Sole, la zona di abitabilità è molto più vicina rispetto al nostro sistema solare.

Infatti il pianeta più vicino dei due, GJ 1002b, compie un’orbita attorno alla stessa in 10 giorni, mentre GJ 1002c impiega circa 3 settimane. Ciò accelera notevolmente il passaggio da una stagione all’altra rispetto la nostra normalità.

In sintesi, bisogna immaginare una proporzione in scala del nostro sistema solare.

Scoperti due pianeti simili alla Terra: presenza di ossigeno?

L’individuazione di questi pianeti è stata resa possibile grazie alla comparazione dei dati ottenuti dalle osservazioni degli strumenti “Carmenes” e “Espresso”, che in passato avevano singolarmente fornito risultati nettamente inferiori.

GJ 1002 infatti è stata osservata tra il 2017 al 2019 da Carmenes, lo spettroscopio installato al telescopio da 3,5 metri di diametro dell’Osservatorio Calar Alto, in Spagna. Nel biennio successivo invece la stella era stata analizzata attraverso lo spettrografo Espresso installato sul Very Large Telescope dell’Eso, sulle Ande cilene.

Solo unendo i dati raccolti dalle due osservazioni si è potuto ottenere misure di velocità radiali con una precisione di 30 centimetri al secondo, superando di gran lunga qualsiasi portata di ogni altro strumento al mondo.

Il ricercatore Alessandro Sozzetti dell’INAF di Torino ha spiegato che proprio l’unione dei due team di ricerca ha permesso di arrivare al risultato raggiunto.

“L’individuazione dei segnali dovuti ai due pianeti nei dati di Carmenes ed Espresso separatamente era tutt’altro che chiara. La loro effettiva combinazione è stata la chiave di volta che ci ha permesso di stabilirne la presenza senza ombra di dubbio. Possiamo ben affermare che in questo caso, grazie all’efficace collaborazione tra gruppi diversi, l’unione fa la forza”.

Jonay I. González Hernández, coautore dell’articolo, precisa che il prossimo passo sarà indagare la presenza di ossigeno nell’atmosfera di GJ 1002c. Le analisi sulla composizione atmosferica mediante lo studio della loro luce riflessa o dell’emissione termica forniranno poi ulteriori importanti informazioni circa la possibilità di abitare questo pianeta.

Per valutare la possibile presenza di ossigeno verrà utilizzato lo spettrografo ANDES che opererà sull’Extremely Large Telescope, il più grande telescopio terrestre attualmente in costruzione nel deserto cileno.