Influenza del cammello mette ko i giocatori della Francia. Brutte notizie per Deschamps in vista della finale mondiale contro l’Argentina. Il tecnico transalpino trema, diversi suoi giocatori stanno male a causa del virus che sta colpendo i giocatori della nazionale. Domenica alle 16 (ora italiana), è in programma la finale dei campionati mondiali di calcio in Qatar e ad oggi sono diversi i calciatori dei blues a stare male. Già prima della semifinale si erano fermati Rabiot e Upamecano saltando la sfida con il Marocco. Ora sono aumentati i casi di influenza nello spogliatoio francese. A loro infatti si è aggiunto Coman. Lo ha spiegato proprio Deschamps che ha sottolineato come il team stia attento a non far diffondere il virus. “Ha la febbre – ha detto il ct parlando di Coman – Stiamo cercando di stare attenti perché non si diffonda questo virus, che sta colpendo molti calciatori qui al Mondiale. Ti ammali quando ti stanchi troppo, il tuo corpo si indebolisce e sei più vulnerabile”. A quanto pare anche Rabiot e Upamecano ancora non si sarebbero ripresi del tutto.

I francesi non sono i primi ad essere stati colpiti dal virus. E’ già successo per esempio che tornassero dal Qatar diversi tifosi con gli stessi sintomi, ma i medici italiani invitano alla calma.

Influenza del cammello mette ko giocatori della Francia, di cosa si tratta

L’influenza del cammello è una malattia infettiva acuta che colpisce le vie respiratorie, causata da coronavirus. Ben più nota come sindrome respiratoria mediorientale o MERS (dall’inglese: Middle East Respiratory Syndrome), si tratta di una “lontana parente” di SARS, con la differenza che l’influenza del cammello correla ad un maggiore tasso di mortalità. A causare questa malattia è un coronavirus chiamato MERS-CoV (acronimo di Middle East Respiratory Syndrome Coronavirus) o, più semplicemente, coronavirus, individuato per la prima volta nel settembre 2012, in Arabia Saudita, dal virologo egiziano Ali Mohamed Zaki, a cui era sto sottoposto il caso di un sessantenne morto per una misteriosa forma di polmonite. Non è una malattina sconosciuta, tutt’altro quindi. E soprattutto i virologi in Italia assicurano di essere pronti ad ogni evenienza. Soprattutto, assicurano, non è così contagiosa come si possa credere. Nonostante sia in grado di causare una forma di malattia più grave, sembra che l’influenza del cammello si trasmetta meno facilmente tra le persone rispetto alla SARS. Al di fuori dei contagi ospedalieri o di piccoli cluster familiari, i casi sono sporadici, in genere legati a persone che hanno avuto contatti con cammelli o prodotti da essi derivati, come il consumo del latte di cammello non pastorizzato.

Il dott. Bassetti invita alla calma, è un virus che conosciamo da tempo

Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, intervistato proprio sul caso, dall’Adn Kronos ha gettato acqua sul fuoco. “E’ un virus che conosciamo da dieci anni e non è mai riuscito realmente ad uscire dal Medio Oriente nonostante ci siano stati dei cluster in chi si recava in pellegrinaggio a La Mecca”. Quindi nessun allarmismo. “È un virus che ha contagiosità molto bassa – ha confermato il professor Bassetti – quindi il rischio da chi rientra in Europa è difficile. Chi è del mestiere conosce la Sindrome respiratoria mediorientale da anni, è un problema vecchio che non credo tornerà fuori”, ha aggiunto Bassetti. Tuttavia, per l’esperto, è necessario concentrarsi “sul problema che stiamo vivendo oggi: l’incrocio influenza-Covid ed eviterei di pensare a questo virus ‘lontano’. Va bene un monitoraggio verso chi rientra da quelle aree ma non c’è nessun allarme. Mi pare poi che ci siano pochi italiani in Qatar, non abbiamo partecipato al Mondiale e quindi dobbiamo stare piuttosto tranquilli”.