Sedicenne violentato al Beccaria di Milano: tra i responsabili ci sarebbe anche un membro della gang di trapper facente capo a Simba La Rue e a Baby Gang, arrestati lo scorso ottobre per aver preso parte ad una violenta rissa, poi trasformati in sparatoria, avvenuta all’alba del 3 luglio scorso nella zona della movida di via Tocqueville, vicino Corso Como a Milano. Stando a quanto riportato dall’edizione milanese del Corriere della Sera, il nuovo episodio di violenza sarebbe avvenuto all’interno del carcere minorile nella notte tra il 7 e l’8 agosto della scorsa estate. Tre i responsabili, ora accusati di violenza sessuale di gruppo e tortura.

Sedicenne violentato al Beccaria di Milano: tre i detenuti coinvolti

Non solo violenza sessuale di gruppo, ma anche tortura: sono queste le pesanti accuse mosse nei confronti di tre giovani detenuti – tra i quali ci sarebbe un membro della gang di trapper facente capo a Simba La Rue e Baby Gang -, che nella notte tra il 7 e l’8 agosto della scorsa estate avrebbero violentato e torturato un sedicenne di origini egiziane, proveniente dai campi libici e in custodia cautelare per aver molestato una donna sulla metropolitana. Il trio, capitanato dal trapper neo-maggiorenne, che sta scontando una condanna definitiva a 16 mesi per rapina, tentata estorsione e minaccia, tutti avvenuti nel 2018 a Varese, è accusato di aver approfittato di un cambio di turno degli agenti per sorprendere il compagno di cella nel sonno, legarlo con i polsi alla finestra del bagno, violentarlo con vari oggetti, spegnergli una sigaretta sul viso e sul braccio, prenderlo a calci e gettargli addosso acqua bollente, facendo parlare agli inquirenti di “trattamento inumano e degradante la dignità umana”. Un episodio sconvolgente, che affiora dall’arresto notificato in carcere all’aggressore, mentre solo da qualche giorno, grazie agli sforzi del suo legale, Daniela Frigione, la vittima di violenze è stata trasferita dal Beccaria in una comunità. Il trapper era stato arrestato lo scorso ottobre insieme agli altri protaginisti della sparatoria avvenuta a luglio in una zona della modiva milanese, durante la quale due giovani di origini senegalesi erano stati gambizzati.

Si va verso il processo ai responsabili della sparatoria di Milano

Dopo la sparatoria avvenuta nell’estate in Corso Como, una decina di trapper erano stati fermati, tra cui anche i noti Simba la Rue, alias di Mohamed Lamine Saida e Baby Gang, alias di Zaccaria Mouhib, già arrestati un’altra volta nel corso del 2022. Il primo lo scorso febbraio, per due presunte rapine, una delle quali commessa con una pistola, tra il maggio e il luglio del 2021. Episodi per i quali era poi stato scarcerato dal tribunale del Riesame, che non aveva riconosciuto gli elementi sufficienti per giustificare la misura cautelare. Il secondo era invece finito a San Vittore per le due aggressioni che, stando a quanto riportato all’epoca dagli inquirenti, il giovane avvrebbe commesso nell’ambito di una faida con il trapper rivale Baby Touché, rimasto ferito ad una gamba in seguito ad una delle risse.

All’esito delle attuali indagini – condotte dal pm di Milano, Francesca Crupi, titolare della più ampia inchiesta con al centro le violenze e una faida tra gruppi di trapper e conclusesi qualche giorno fa -, le accuse contestate a vario titolo ai giovani arrestati, tra cui ci sarebbero due minorenni, sono le stesse contenute nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Guido Salvini, ossia rissa, rapina, lesioni e porto abusivo di arma da sparo, una pistola semiautomatica calibro 6.35 con le due prime iniziali della matricola abrasa. L’unico elemento di novità riguarda quest’ultimo reato di cui in precedenza rispondeva solo Simba La Rue e che ora è stato ipotizzato anche nei confronti di Ndiaga Faye, il presunto autore materiale delle gambizzazioni. Si va quindi verso il processo. “Voglio che giustizia sia fatta – avrebbe dichiarato una delle vittime della gang – e soprattutto vorrei che queste cose non succedessero più”. Ma così non sembra essere stato.