“Il problema della sessualità è un problema molto spesso sottovalutato e quasi mai affrontato. Ci sono due ordini di problemi. Da una parte ci sta il cambiamento fisico che spesso segue ad un intervento e anche la fatica che la donna affronta nelle terapie. Purtroppo l’aspetto della sessualità sembra essere si secondo piano. Quasi come a dire ‘hai un tumore, ringrazia che sei sopravvissuto, il resto non conta’” così Silvia Gregory, vicepresidente Acto Nazionale, intervenuta a “Una mela al giorno” su Cusano Italia Tv, sull’indagine sulla qualità della vita delle donne con tumori ginecologici e ovarici.
La sessualità è ancora un tabu per le donne con tumori
L’Associazione Pazienti Acto (Alleanza Contro il Tumore Ovarico) ha condotto un’indagine sulla qualità della vita delle donne con tumori ginecologici e ovarici.
“Quello che è emerso – spiega Gregory – da questa prima indagine di Acto è fatta su un campione di donne non grandissimo e indaga su come donne percepiscono un problema di variazione di immagine corporea e questo riguarda più della metà delle pazienti. La metà, se non di più, delle pazienti sono informare dai loro medici di quelli che sono i cambiamenti”.
“La sessualità è ancora un tabu nel nostro Paese. I medici hanno poco tempo e spesso c’è un grosso problema: la malattia è nella persona ed è nella vita della persona. Quando affrontiamo una malattia tutto quello che c’è intorno smette di essere importante mentre invece, proprio perché è aumentata la sopravvivenza, si impara a capire molto presto che la malattia ti farà compagnia per molti anni e quelli che inizialmente erano aspetti che passavano in secondo piano, oggi devono essere presi in considerazione”.
Tumori ginecologici: 18mila nuovi casi ogni anno in Italia
Nel nostro Paese ogni anno si registrano 18mila nuovi casi di tumori ginecologici. Primo fra tutti il tumore dell’utero, seguito dell’ovaio, dal tumore della cervice e da quelli di vulva e vagina.
“È notevolmente prolungata – aggiunge Gregory – la sopravvivenza e la qualità della vita per cui sempre più ci si sta occupando di come lavorare perché le pazienti anche affette da un tumore, nonostante l’intervento e le terapie, hanno una qualità di vita soddisfacente per molti anni. La prognosi di questi tumori che sono seri e tendono recidive varie sta profondamente cambiando e questo ci spinge a valutare anche quello che è l’impatto della malattia e delle terapie sulla qualità della vita”.
“Questi sono tumori che possono può colpire donne molto giovani, persone magari sposate da poco o comunque che hanno una progettualità rispetto a una procreazione. Quindi è fondamentale che non dimentichiamo mai che davanti a noi abbiamo una persona che cammina con la sua malattia ma una persona in tutti gli aspetti della sua vita, di cui la sessualità è una parte importante”.