Dal 1° gennaio 2023 arrivano nuovi aumenti per l’indennità Naspi e dell’assegno sociale e non solo. I disoccupati riceveranno un sussidio più ricco, grazie al ricalcolo della rivalutazione annua.
Il discorso è abbastanza semplice, l’adeguamento dei prezzi realizzato per monitorare il quadro economico italiano, influenza sia l’aggiornamento degli aumentati mensili che il limite reddituale previsto nei requisiti della misura di cui si richiede l’accesso.
Non si parla di grosse cifre, ma piuttosto, di un aumento generale che abbraccia più categorie: dalle pensioni ai sussidi, come pure la Naspi, DIS-COLL e assegno sociale.
In buona sostanza, restano esclusi dagli aumenti i percettori del Reddito di cittadinanza e i lavoratori dipendenti. Nel primo caso, il sussidio non è soggetto a rivalutazione per legge.
Mentre, i lavoratori non dispongono di molte alternative per l’aumento dello stipendio, se non richiederlo direttamente al datore di lavoro, che visto i tempi, potrebbe rilasciare i fringe benefit o dei bonus aziendali, come sostegno extra in busta paga per l’aumento delle bollette.
Nuovo assegno sociale e Naspi 2023: nuova rivalutazione da gennaio
Come spiegato innanzi, l’INPS procede a rinnovare gli importi delle prestazioni previdenziali e assistenziali, applicando la rivalutazione nella misura del 7,3 per cento dal mese di gennaio 2023. Per comprendere di quanto aumento l’assegno sociale, è necessario riepilogare le condizioni generali su importi mensili e reddituali per il rilascio del beneficio economico.
L’INPS predispone per l’assegno sociale un pagamento di 6.085,30 euro annui (13 mensilità), per cui le persone che percepiscono la misura assistenziale ricevono un sussidio pari a 468,10 euro.
Al riguardo, il beneficio assistenziale spetta per intero, se non sono presenti altri redditi e il beneficiario è celibe. Per coloro che risultano coniugati, il beneficio assistenziale pieno, invece, spetta se il reddito dell’intero nucleo familiare risulta essere inferiore a 6.085,30 euro (assegno sociale annuo).
Per qualcuno, con un reddito personale superiore a zero, ma nettamente sotto al valore annuo di riferimento dell’assegno sociale, invece, il sussidio spetta in forma parziale.
Per i coniugi, invece, spetta il sussidio parziale, con un reddito annuo complessivo inferiore o uguale a 12.170,60 euro.
Applicando l’indice di rivalutazione del 7,3 per cento con decorrenza dal mese di gennaio 2023, ne risulterà un aumento del valore di 34,17 euro. Il valore dell’assegno sociale sarà pari a 502,27 euro, per un importo complessivo annuo di 6.529,51 euro.
Per qualcuno, con un reddito annuo pari a zero sarà erogato un assegno sociale pieno, invece, per altri spetterà un sussidio parziale di 6.529,51 euro anziché 6.085,30 euro annui.
Nuovo assegno sociale per l’impiego Naspi: casi e importi
L’indennità di disoccupazione Naspi registrata nel 2022, corrisponde al 75 per cento del valore medio della busta paga, se risulta uno stipendio pari o inferiore all’importo di 1.250,87 euro.
A questo proposito, occorre spiegare che viene applicata la misura del 75 per cento con l’aggiunta di un altro 25 per cento, se la busta paga percepita dal lavoratore è maggiore di tale valore. L’importo complessivo più alto riconosciuto non supera i 1.360,77 euro.
L’Ente nazionale di previdenza sociale nella circolare n. 94 del 12 maggio 2015, illustra le disposizioni per il riordino della normativa in materia d’istruzioni contabili per la Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI), spiegando anche il principio della rivalutazione, quale:
“L’indennità mensile non può in ogni caso superare nel 2022 l’importo massimo mensile di 1.360,77 euro, rivalutato annualmente sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati intercorsa nell’anno precedente”.
Alla luce di questa considerazione, applicando all’indennità Naspi la rivalutazione del 7,3 per cento, si ottiene un tetto massimo pari 1.342,18 euro, dunque il limite riferito al rilascio del 75 per cento dell’indennità, per cui il massimo mensile erogabile corrisponde a 1.460,10 euro.
Nel merito, anche per la DIS-COLL, vengono applicati i medesimi criteri. Anche in questo caso, dunque con la rivalutazione il massimo mensile l’importo riconosciuto sarà pari a 1.460,10 euro.
Ricordiamo che l’INPS non ha rilasciato dati ufficiali, ma le valutazioni sono il frutto della sintesi della rivalutazione applicabile sulle prestazioni previdenziali e assistenziali. Molto probabilmente, lo scostamento dovrebbe essere di poco, appena qualche euro o centesimo.