Il governo di Giorgia Meloni si è ritrovato subito con esami importanti da sostenere: in piena honey moon, l’esecutivo, è chiamato ad approvare la manovra di bilancio entro la fine dell’anno e ad espletare gli impegni presi sul PNRR. La manovra di bilancio è certamente la questione più chiacchierata con gli occhi del mondo addosso al documento partorito dal Consiglio dei Ministri. Confindustria e Bankitalia non hanno risparmiato critiche, così come i sindacati e le associazioni di categoria. Ma il giudizio più atteso, per Meloni e la sua squadra, era senza dubbio quello atteso da Bruxelles. L’Europa, infatti, ha trasmesso le sue osservazioni relative alla manovra di bilancio.
Manovra: ecco il parere dell’Europa
La manovra è stata, sostanzialmente, approvata. I conti tornano ed il testo è stato giudicato “complessivamente in linea con con le linee guida contenute nella raccomandazione del Consiglio Ue del luglio scorso”. Non è comunque esente da spunti critici e, questi, fanno riferimento a due degli interventi più chiacchierati in assoluto: il tetto al contante ed il tetto ai pagamenti con pos. La promozione a metà da Bruxelles si evince dalle parole del Commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni:
Nel merito della legge sottolineiamo la positività degli impegni di spesa per investimenti sulla transizione verde e innovazione tecnologica, poi ci sono dei rilievi. C’è l’invito a procedere alla riforma del fisco e sui pagamenti digitali.
Questi i rilievi interni al contenuto documento che è stato trasmesso da Bruxelles a Roma:
Il documento programmatico di bilancio comprende misure che non sono coerenti con le passate raccomandazioni specifiche per Paese. Il 9 luglio 2019 il Consiglio, tra gli altri, ha raccomandato all’Italia di combattere l’evasione fiscale, in particolare sotto forma di omessa fatturazione, anche rafforzando l’uso obbligatorio dei pagamenti elettronici, anche mediante l’abbassamento delle soglie legali per i pagamenti in contanti, nonché di attuare pienamente riforme pensionistiche per ridurre la quota delle pensioni nella spesa pubblica.
Nel dettaglio:
Le misure incluse nel documento programmatico di bilancio che non sono in linea con queste raccomandazioni specifiche per paese riguardano in particolare: (i) una disposizione che aumenta il massimale per le operazioni in contanti dagli attuali 2.000 euro a 5.000 euro nel 2023; (ii) una misura equiparata al condono fiscale che consente la cancellazione di debiti tributari pregressi relativi al periodo 2000-2015 e non superiori a mille euro; (iii) la possibilità di rifiutare pagamenti elettronici inferiori a 60 EUR senza sanzioni; e (iv) il rinnovo, con criteri di età più stringenti, nel 2023 dei piani di prepensionamento scaduti a fine 2022.
Giorgetti: “Non guardate il pelo nell’uovo”
Il commento che arriva dal governo in relazione al parere dell’Europa sulla manovra è, checché ne dicano i rilievi, positivo. Lo si evince dalle parole del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti:
Voi guardate il pelo nell’uovo. Ci sono dieci Paesi che sono in linea. Noi giochiamo in Champions League poi ce ne sono dieci che giocano in Europa League. Adesso venite qui a contestarci che giochiamo in Champsion League? magari non la vinciamo pero’ e’ una bella soddisfazione.
Nodo pensioni
Mentre dall’Europa arrivano i rilievi, altri ostacoli alla manovra di bilancio serpeggiano in terra nostra. E, sorpresa, dalla maggioranza di governo. Forza Italia, come ha spiegato il Capogruppo della Commissione Bilancio Roberto Pella, ritiene imprescindibile l’aumento delle pensioni minime a 600 euro dai 75 anni in su e la decontribuzione “di almeno 8 mila euro” sulle assunzioni degli under 35. Il Ministro Giorgetti – ha poi aggiunto Pella – si sarebbe già reso operatinvo a rinvenire le risorse necessarie.