Oggi i pubblici ministeri francesi hanno dichiarato di aver perquisito la sede del partito Renaissance del presidente Emmanuel Macron nella loro indagine sull’uso di società di consulenza da parte del governo dal 2017. Stando al rapporto del quotidiano Le Parisien, anche gli uffici parigini del colosso della consulenza statunitense McKinsey sono stati perquisiti l’altro ieri.
La campagna di Macron del 2017 finisce sotto inchiesta
L’uso di consulenti da parte dei governi di Macron è finito sotto i riflettori a marzo dopo che un’inchiesta del Senato francese ha concluso che la spesa pubblica per loro era più che raddoppiata dal 2018 al 2021, durante il primo mandato di Macron.
È normale che la magistratura indaghi liberamente e in modo indipendente per fare tutta la luce su questo argomento.
Ha detto un portavoce di Renaissance, Loic Signor, aggiungendo che il partito è rimasto a disposizione dei pubblici ministeri per “fornire tutte le informazioni utili sulle campagne”.
McKinsey intanto ha confermato la perquisizione dei suoi uffici, affermando di “collaborare pienamente con le autorità”. Da ottobre sono in corso due indagini su possibili falsi resoconti elettorali, nonché possibili favoritismi e complotti.
È noto che alcuni consulenti di McKinsey hanno lavorato come volontari non retribuiti nella vittoriosa campagna elettorale di Macron del 2017 e si pensa che i pubblici ministeri stiano indagando se ciò abbia comportato una spesa nascosta per la campagna. Stanno anche esaminando se l’azienda abbia goduto di un accesso e di un trattamento specialie in seguito alla vittoria di Macron.
Cos’è il McKinseygate?
Gli esborsi totali per le società di consulenza hanno raggiunto più di un miliardo di euro l’anno scorso, secondo il rapporto del panel del Senato, una cifra spesso citata dagli oppositori di Macron durante la sua offerta vittoriosa per un secondo mandato lo scorso aprile. Il panel ha anche criticato le strategie fiscali di McKinsey che ha affermato di aver consentito all’azienda statunitense di non pagare tasse societarie in Francia tra il 2011 e il 2020.
Tale affermazione ha spinto l’ufficio del procuratore finanziario ad aprire un’indagine preliminare separata che ha portato a una perquisizione della sede parigina di McKinsey.
I pubblici ministeri non hanno identificato pubblicamente il presidente o le sue squadre elettorali come obiettivi dell’inchiesta ma l’uso di costose società straniere per la consulenza strategica, soprannominato “McKinseygate” dai media nazionali, ha scioccato molti elettori francesi anche se Macron ha ripetutamente difeso i contratti.
Il revisore dei conti francese, la Cour des Comptes, ha anche scoperto che diversi contratti per società di consulenza durante la crisi del Covid-19 sono stati assegnati in circostanze “problematiche”.
Ricordiamo che la Francia ha regole severe sul finanziamento delle campagne elettorali e dei partiti politici, che hanno portato a diverse condanne negli ultimi decenni (come ad esempio Nicolas Sarkozy nel 2021).