Nella giornata di oggi, Mercoledì 14 Dicembre 2022, 31 spacciatori sono stati arrestati in una maxi operazione condotta dai Carabinieri di Palermo.
Tutte le persone fermate sono accusate a vario titolo di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravata dalla disponibilità di armi e spaccio di droga.
Quattordici di essi sono finiti in manette e scortati in carcere. Per altre diciassette le autorità hanno ordinato gli arresti domiciliari. Per le restanti persone il gip ha emesso l’obbligo di firma. Alcune delle persone fermate facevano parte dello stesso nucleo famigliare.
Il blitz ha permesso di sgominare una vera e propria rete di spaccio che agiva prevalentemente nella zona di via Sperone, tristemente nota alla cronaca locale per essere punto di ritrovo di pusher e tossicodipendenti. La banda aveva monopolizzato il mercato illecito della zona, controllando la vendita illegale di cocaina, crack, hashish e marijuana. Il “servizio” era garantito a tutte le ore, con gli spacciatori impegnati in turni di 12 ore.
L’organizzazione disponeva anche di personale di vedetta per evitare i controlli delle autorità. Molte anche le donne coinvolte in questa attività di spaccio con alcune di esse posizionate in ruoli di rilievo a controllare la contabilità delle vendite. È stata anche sequestrata una pistola calibro 7.65 perfettamente funzionante e detenuta irregolarmente.
Palermo 31 spacciatori arrestati: attività illecita da 1,8 milioni di euro annui
L’operazione denominata “Dike” è stata effettuata alle prime luci dell’alba e ha visto l’impiego di 200 Carabinieri sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia. Il blitz è arrivato al culmine delle indagini compiute dai militari del Nucleo operativo della compagnia Piazza Verdi guidata dal capitano Aniello Falco e segue l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari.
Come divulgato attraverso una nota ufficiale da parte del Comando provinciale, l’intervento delle autorità ha permesso di appurare l’esistenza di una vera organizzazione criminale nel quartiere dello Sperone e di rilevare con maggiore certezza la struttura base, le dinamiche organizzative e le relative strategie.
La zona fondamentale per l’attività di spaccio è stata individuata in Piazzale Ignazio Calona e il business dell’intera organizzazione criminale avrebbe fruttato annualmente circa 1,8 milioni di euro.
Al vertice dell’organizzazione due soggetti che avrebbero gestito anche il rifornimento delle sostanze stupefacenti con cadenza settimanale e la raccolta dai pusher del profitto dello spaccio. Un altro individuo di fiducia aveva il ruolo di controllare le “retribuzioni” giornaliere previste per pusher e vedette, quantificate dalle indagini in 100 euro per i primi e 50 euro per i secondi.
Gli inquirenti hanno potuto certificare oltre 1.650 episodi di spaccio, riportati nell’ordinanza custodia cautelare firmata dal gip.
Il commento del Sindaco di Palermo
L’operazione è stata accolta con grande apprezzamento da Roberto Lagalla, primo cittadino del capoluogo siciliano. Il sindaco ha inoltre elogiato l’importante lavoro di collaborazione tra la Procura della Repubblica di Palermo e la Direzione distrettuale antimafia che ha consentito di smantellare l’attività di spaccio.
“Le 39 misure cautelari eseguite stamattina dai carabinieri hanno il grande merito di spezzare una solida rete dello spaccio di stupefacenti in città. Sono profondamente grato per l’operazione svolta che è il frutto di un’importante attività di indagine condotta in sinergia con la Procura della Repubblica di Palermo e la Direzione distrettuale antimafia. Ai magistrati e alle forze dell’ordine va tutto il sostegno di questa amministrazione comunale perché lo spaccio di droga si rivela ancora la maggiore fonte di guadagno per le cosche mafiose, come dimostrano anche le storie di consumo di stupefacenti che coinvolgono in questo periodo soprattutto i più giovani”.
Notevole soddisfazione anche da parte del generale dell’Arma Giuseppe De Liso che ha sottolineato come gli arresti abbiano restituito la possibilità di fruizione del quartiere da parte degli onesti cittadini. Il militare ha poi rimarcato che la lotta al mercato di stupefacenti deve essere combattuta anche con la prevenzione, con lo stimolo culturale ai più giovani e con il sostegno delle varie attività sociali.