Kakà, all’anagrafe Ricardo Izecson dos Santos Leite è stato uno dei calciatori più forti ed eleganti dell’intera storia del calcio, ma cosa fa oggi l’ex pallone d’oro? Dagli inizi della sua carriera alla consacrazione in maglia rossonera, arrivando al Real Madrid.
Kakà oggi cosa fa
Era il 17 dicembre del 2017 quando il brasiliano Kakà mentre era sotto contratto con la squadra americana degli Orlando City ha comunicato il proprio ritiro definitivo dal calcio giocato, portandosi con se un epoca di fenomeni irripetibile. Il primo marzo scorso il fenomeno nato a Gama ha spento 40 candeline festeggiando in Brasile con la sua famiglia, il campione verdeoro come molti ex calciatori si è dedicato al padel ma sui social sono apparsi anche altri post riguardanti la sua “nuova vita sportiva” in cui non c’è solo il padel ma anche lo sci, il golf e molte altre attività.
L’abilitazione da allenatore e la tv
Il campione brasiliano, pallone d’oro nel 2007 ai tempi del Milan, qualche tempo fa ha postato un immagine importante sul suo profilo ufficiale instagram. L’immagine lo ritraeva sorrodente con in mano l’attestato di abilitazione per la carriera di allenatore e l’ex merengues aveva commentato: “Allenatore abilitato, ora manca solo la squadra”. Nessuna squadra si è interessata a Kakà e lui attualmente è un disoccupato di lusso.
Kakà e l’intervista su Ronaldo il fenomeno
All’emittente BeIn Sports l’ex campione rossonero ha espresso la sua opinione sulla considerazione che si ha riguardo Ronaldo, suo ex compagno di squadra in nazionale ed al Milan: “È strano da dire, ma non tutti in Brasile tifano per la nazionale. Molti, in Brasile, parlano di Neymar in modo negativo. Magari sarà per colpa della politica, fatto sta che i brasiliani a volte non sanno riconoscere la grandezza dei propri talenti. In Brasile Ronaldo viene visto come un uomo grasso che cammina per la strada, in Qatar ogni volta che incrocia dei tifosi riceve dei complimenti. Per fortuna in patria c’è anche chi lo ama, ma vedo più rispetto per lui fuori dal paese. Non conosco il motivo, ma all’estero viene visto diversamente”.