Corruzione sindaci cuneese a Vezza d’Alba e Montalbo Roero, un tornado si è abbattuto sulle due amministrazioni dopo la scoperta di una truffa di appalti pilotati ai danni dello Stato. L’operazione che è stata scoperta della Guardia di Finanza di Cuneo è iniziata questa mattina all’alba dopo un’indagine ferrata. Ora sono agli arresti domiciliari i due sindaci dei Comuni del cuneese, di Vezza d’Alba e di Montalbo Roero con diversi capi di accusa, e per l’esattezza con un’accusa di corruzione, appalti pilotati, truffa ai danni dello Stato e falso. Oltre a questo, le manette sono scattate anche per altri pubblici funzionari. La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per oltre un milione di euro.
Corruzione sindaci cuneese Vezza d’Alba e Montalbo Roero appalti: terremoto in due comuni
Un’operazione che ha scosso nel profondo le due comunità del cuneese. Oltre agli arresti, questa mattina ben quaranta militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Cuneo oggi hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare che, in precedenza, è stata disposta dal Gip del tribunale di Asti nei confronti di 14 persone. Sono finiti nel mirino delle forze dell’ordine funzionari pubblici, professionisti e anche imprenditori. Tra gli otto agli arresti domiciliari per corruzione ci sono, per l’appunto, i sindaci dei comuni del cuneense di Vezza d’Alba Carla Bonino e quello di Montaldo Roero, Fulvio Coraglia.
Un’indagine che è stata avvivato un anno fa
Questa operazione costituisce il punto di svolta sostanziale di una indagine molto articolata e complessa che è stata avviata in estate del 2021. Tutto grazie a una serie di perquisizioni che proprio la Guardia di Finanza ha svolto presso gli uffici comunali di Vezza D’Alba, Montaldo Roero e la sede legale dell'”Unione dei Comuni del Roero: tartufo ed Arneis”. La vicenda è ancora tutta da ricostruire ma è molto chiara dato che la truffa è stata descritta dagli inquirenti come “un articolato, pervasivo e ben consolidato sistema fraudolento di gestione della cosa pubblica”.
Cosa hanno scoperto gli inquirenti sugli appalti
Secondo quanto è trapelato dalla stampa, gli appalti truccati sono stati affidati in maniera illegale ai medesimi professionisti e imprenditori, i quali proprio grazie a molteplici attività hanno fatto ottenere ai Comuni accusati tanti (troppi) finanziamenti illeciti, anche quando non sussistevano i presupposti per la loro concessione. Quanto accaduto, avrebbe permesso ai sindaci accusati e poi arrestati di aumentare: sia il consenso elettorale che aver favorito – anche e soprattutto – il tornaconto personale dei professionisti. Si sono visti affidare incarichi di progettazione, di direzione dei lavori e di assistenza e supporto alle stazioni appaltanti quasi inconsapevolmente. Le indagini, però, hanno svelato altri particolari. La Guardia di Finanza ha accertato che questo meccanismo così fraudolento ha provocato, nel corso degli anni, diversi effetti disastrosi per le casse degli Enti locali. Infatti il sistema di conferimento degli incarichi ai professionisti dei due comuni indagati è stato, in più occasioni, realizzato senza alcuna copertura finanziaria. Sono stati falsificati i registi e visti di regolarità contabile tanto da creare buchi di bilancio. Buchi che, inevitabilmente, venivano nascosti. Le fiamme gialle nel ricostruire tutti i bilanci del comune di Vezza d’Alba – in special modo – hanno scoperto che nei libri contabili comunali erano stati annotati crediti tutti falsi.
In tutto sono 12 gli indagati
Oltre ai sindaci, sono 12 le persone indagate per corruzione nel cuneense. L’indagine, e di conseguenza gli arresti, hanno travolto le due amministrazioni come un vero e proprio tornado. Al momento non ci sarebbero altri dettagli sulla vicenda e non sarebbero stati interpellati le persone vicine agli arrestati. Si attendono ulteriori dettagli in merito ma, di sicuro, l’atmosfera nei due comuni non è affatto calma e serena. La guardia di finanza, in poco meno di un anno, ha portato a galla un’operazione di grande valenza e che ha scoperchiato un vero e proprio Vaso di Pandora.