A Milano la metro si attrezza con barriere anti-furbetti contro chi viaggia senza biglietto. Atm ha infatti installato i primi blocchi anti-evasori alle uscite di sicurezza. Il piano, fanno sapere dall’azienda che gestisce il trasporto pubblico milanese, è partito dalle fermate della M1 più problematiche in viale Monza, ovvero Pasteur e Precotto, dove spesso le uscite di sicurezza erano aperte. Una misura che dovrebbe scoraggiare i furbetti senza ticket, che riescono a entrare in metrò senza pagare, e poi a sgattaiolare fuori, dopo il viaggio, spesso indisturbati, proprio dalle uscite di sicurezza nel mezzanino.  

Milano, barriere anti furbetti in metro: dove e quando verranno installate

Atm annuncia una lotta serrata contro chi viaggia a sbafo. Con Pasteur e Precotto si è solo all’inizio, perché i blocchi alle uscite di sicurezza saranno predisposti gradualmente anche nelle altre fermate, a partire da tutte quelle della  Rossa. Poi, si proseguirà sulle altre linee sotterranee. Soddisfazione è stata espressa da Michele Albiani, presidente della commissione Sicurezza di Palazzo Marino, che aveva sollevato la questione dell’evasione sui mezzi pubblici in una recente audizione. Per Albiani si tratta di affermare un principio di equità: con le difficoltà di bilancio del Comune e di Atm, infatti, impedire comportamenti da furbetti consente di recuperare risorse per aiutare coloro che realmente hanno difficoltà economiche e meritano le esenzioni. Ma, più in generale, è un esempio civico anche per i passeggeri e le famiglie che pagano regolari abbonamenti. Atm ha dato seguito alla richiesta avanzata anche al direttore generale dell’azienda Arrigo Giana in occasione delle recenti audizioni in commissione consiliare Sicurezza e che aveva a sua volta esposto il problema dell’evasione sui mezzi pubblici. Anche l’assessore alla Mobilità Arianna Censi si era attivata in tal senso.

I dati sui trasgressori e l’aumento dei ticket da gennaio

Secondo l’ultimo bilancio di luglio, l’evasione tariffaria in metropolitana, nonostante i tornelli, è aumentata con l’emergenza sanitaria, passando dall’1 percentov(percentuale fisiologica come nelle altre metropoli europee) al 4 percento; molto più alta sui mezzi di superficie dove, fra tram e bus, si attesta intorno all’11 percento. Il boom di trasgressori, secondo la società, è dovuto alle cattive abitudini apprese durante il biennio della pandemia quando, in base ai vari decreti ministeriali, non potevano essere effettuati controlli. L’unica regola riguardava distanziamento. Lo stop delle verifiche per molti passeggeri è stata una manna dal cielo. Ed ecco che, in metrò, i saltatori dei tornelli hanno escogitato varie tecniche, più o meno atletiche, per oltrepassare i varchi ed entrare di straforo. Ora però Atm vuole riportare le regole e contrastare l’evasione con un piano ben strutturato: innanzitutto sono ripresi a circolare i controllori. La multa per gli evasori resta invariata: 39 euro se pagata subito, 54 entro cinque giorni, 70 dopo 60. Dopo quello di Trenord, avvenuto lo scorso settembre, anche il costo dei biglietti Atm aumenterà. Nel mentre scatterà da gennaio, con tutta probabilità già al rientro dopo le festività, l’aumento del biglietto singolo per bus, tram e metro che passerà da 2 euro a 2,20; il ticket giornaliero dovrebbe salire da 7 euro, a 7,60; quello valido tre giorni da 12, a 13 euro; il carnet per dieci viaggi, infine, da 18 euro, a 19,50. Si tratta di un provvedimento che è rimasto in sospeso per cinque mesi, a causa dei timori per le possibili ricadute politiche (vedi elezioni di settembre). Secondo le previsioni, con gli aumenti decisi, nel 2023 si dovrebbero incassare circa 20 milioni. Troppo pochi per compensare i 100 milioni che mancano.