Nuova Zelanda sigarette vietate ai nati dal 2009 in poi. Si tratta della prima Nazione al mondo ad approvare una legge che ne proibisce la vendita a vita non solo alle generazioni più giovani, ma anche a quelle future. L’obiettivo del Governo è quello di eliminare totalmente il fumo dal Paese entro il 2025, preservando la salute della popolazione.
Nuova Zelanda sigarette vietate ai nati dopo il 2008: cosa prevede la nuova legge
La volontà del Governo neozelandese di approvare un pacchetto di riforme volte ad eliminare il fumo dal Paese era già stata resa nota da qualche tempo. Come era stato preannunciato, la lunga serie di leggi che sarebbero state approvate, avrebbe avuto come obiettivo quello di ridurre la fetta del mercato dell’industria del tabacco, incominciando dal divieto di vendita in gran parte dei negozi, passando per la riduzione della quantità di nicotina (alcuni studi associano quantitativi bassi di nicotina a una minore dipendenza), fino alla proibizione assoluta di vendere sigarette o altri prodotti contenenti tabacco ai più giovani, per sempre. In effetti così è stato: la legislazione introdotta dal Parlamento di Wellington proibisce la vendita di tabacco a chiunque sia nato dal 2009 in poi, cioè dai quattordici anni in giù, includendo anche coloro che devono ancora nascere.
“Migliaia di persone vivranno più a lungo, avranno vite più sane e il sistema sanitario risparmierà 5 miliardi di dollari l’anno evitando di curare le malattie causate dal fumo”, ha dichiarato la viceministra alla Salute, Ayesha Verrall. Il provvedimento si accompagna anche ad una serie di misure pensate per rendere più difficile la vendita del tabacco: d’ora in poi le sigarette potranno infatti essere vendute solo all’interno di appositi negozi, non più nei supermarket per esempio, e il numero di quelli autorizzati sarà ridotto da 6mila a 600. L’obiettivo del Governo guidato da Jacinda Andern è rendere la Nuova Zelanda smoke-free, senza fumo, entro il 2025. “Vogliamo essere sicuri che i più giovani non cominceranno mai a fumare tabacco – ha aggiunto la viceministra -. Per decenni abbiamo permesso all’industria del tabacco di mantenere le proprie quote di mercato. È disgustoso e paradossale. Abbiamo più norme su come regolare la vendita di un panino che quella di sigarette. Ora basta”.
Secondo alcune statistiche diffuse lo scorso mese, il numero di neozelandesi che fuma quotidianamente – già molto basso rispetto a quello di altri Paesi, inclusa l’Italia, dove è una persona su quattro a fumare – continua a calare: dal 9,4% del 2021, quest’anno si è passati all’8%, la percentuale più bassa mai registrata da quando si raccolgono dati sul consumo di tabacco. È in aumento, per contrasto, la vendita delle sigarette elettroniche, di cui le nuove leggi non regolarizzano l’uso: in questo caso, al 6,2% del 2021 ha fatto seguito l’8,3% nel 2022. Tra i critici della legge c’è soprattutto il partito ACT, di orientamento liberale – che conta 10 membri nel Parlamento, in un totale di 120 – che teme che i divieti possano incentivare il ricorso a un mercato nero di prodotti contenenti tabacco.
Alcuni dati sui fumatori in Italia
Stando agli ultimi dati diffusi dall’Istat, risalenti al 2021, in Italia sarebbero poco meno di 10 milioni i fumatori tra la popolazione maggiore di 14 anni, pari al 19% del totale, con una prevalenza soprattutto di uomini (22,9% rispetto al 15,3% delle donne fumatrici). Sarebbe circa una persona su quattro a fumare, quindi, soprattutto nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 44 anni. Si stima che siano attribuili al fumo di tabacco oltre 93mila morti nel Paese ogni anno, con costi diretti e indiretti pari a oltre 26 miliardi di euro per lo Stato.