Sinisa Mihajlovic, gol su punizione in carriera ne ha realizzati a “bizzeffa”. Lui era il re delle punizioni, le batteva magistralmente, di destro di sinistro da lontano da vicino, a giro di potenza.

Il risultato? La palla finiva sempre in rete. E’ stato un grandissimo calciatore, un nomade come lui stesso si riteneva del pallone, infatti ha girovagato tra Roma, Samp, Lazio e Inter.

Se ne andato a 53 anni per via di una leucemia che lo opprimeva da tempo. E’ stato un grande uomo di sport nonché un professionista esemplare. Fino all’ultimo, fino a che le forze glielo hanno consentito.

Ha vinto anche 2 scudetti, tutti e due con Mancini, il primo alla Lazio quando i due erano calciatori e il secondo all’Inter quando Mancini lo allenava. Ne ha vinti altri di trofei tra supercoppe italiane e coppa Italia sia a Roma sponda biancoazzurra che con l’Inter. Ha ricoperto molti ruoli, da laterale a centrocampista fino a centrale di difesa verso la fine della sua carriera.

Ecco alcune tracce sintetizzate di quello che l’allora allenatore rossoblu dichiarò in una intervista alla Gazzetta dello sport in merito alle punizioni che lui calciava:

Se avessi i segreti li direi, ma è vero che potrei scrivere un libro sulle punizioni…” Nella punizione ho sempre guardato il portiere fino all’ultimo: quindi se lui faceva un passo per voler fare il furbo e andare… sopra la barriera, io davanti a quello spostamento acceleravo e gli mettevo la palla sul suo palo ….

se invece lui stava fermo, io nell’ultimo mio passo rallentavo e la mettevo sopra la barriera. Saperle calciare è un dono, poi però si può insegnare e dire dove devi mirare

Per quanto mi riguarda, non c’è mai stata una punizione in cui non ero convinto di fare gol. Fino a due anni fa le calciavo, ed ero meglio di molti calciatori. Certe volte i telecronisti dicono: ‘Ha tirato senza convinzione’. Quella è basilare. Nel calcio, e nella vita, è fondamentale la testa.

Mihajlovic gol su punizione: la tripletta da calcio piazzato di 24 anni fa

Era il 13 dicembre del 1998, esattamente 24 anni fa quando all’Olimpico di Roma il neo acquisto della Lazio Sinisa Mihajlovic segnò una tripletta su punizione, di prima (quella che tecnicamente chiamiamo diretta).

La vittima sacrificale di quel giorno fu Ferron l’estremo difensore della Sampdoria che lo stesso Sinisa aveva lasciato pochi mesi prima. Due gol segnati tra il 29esimo minuto e il 44esimo del primo tempo e uno al 52esimo del secondo tempo. Tutti e tre realizzati col mancino, da registrare che il terzo gol su punizione fu realizzato da una distanza assiderale di 35 metri.

Sinisa Mihajlovic condivide il record della tripletta segnata in serie A su punizione con Beppe Signori, quest’ultimo però se vogliamo essere un attimino pignoli 2 delle 3 punizioni le ha calciate di seconda.

Mihajlovic gol su punizione: il calcolo dell’Università di Belgrado sulla velocità del tiro

Era quasi perfetto nel calciarle le punizioni, “il quasi” lo metto solo perché capitava che qualche volta non facesse gol. Ma in tutti i modi ci provava, era magistralmente bravo, il maestro delle punizioni che ormai ogni sua punizione equivaleva a calciare un rigore.

Lo faceva con una naturalezza tale da far spalancare gli occhi a tuti gli appassionati di fronte alla meraviglia di quel suo gesto tecnico che non dava più scampo a nessun portiere avversario.

Erano di una bellezza rara quelle battute da fermo senza prendere la rincorsa, per non parlare di quelle con la lunga rincorsa, di potenza. Pensate che qualche tempo fa è stato calcolato dal dipartimento di fisica dell’Università di Belgrado che i suoi tiri potevano raggiungere i 160 km/h.

Una vera fortuna per gli estremi difensori delle squadre avversarie non aver avuto mai la possibilità neanche di sfiorare quei tiri altrimenti non oso immaginare cosa sarebbe potuto accadere alle loro mani.

Mihajlovic gol su punizione: Perché si segna sempre meno su punizione?

Neanche un anno fa Mihajlovic ai microfono di Sky stuzzicato da Alessandro Del Piero che era ospite nello studio dell’emittente satellitare con la domanda: – Perché non si segna più su punizione?

La risposta fu diretta e di un estrema rapidità che suonò in questa maniera: 

«Ma te lo spieghi tu, se io da allenatore mi metto a calciare punizioni, ovunque sono stato, non solo a Bologna, e faccio più gol dei miei giocatori anche dopo 15 anni che ho smesso di giocare. Ci sarà un motivo?

… Bisogna farlo, ma bisogna avere passione per le cose. Noi dopo l’allenamento restavamo in campo ad allenarci, a fare le sfide, calciare punizioni. Ma io sono 12 anni che alleno. Mai successo di trovare un giocatore che dopo l’allenamento mi dice ‘mister posso rimanere per tirare le punizioni?’, glielo devo dire io. Perché se capita di domenica il gol non viene mica così. Tutta lì la differenza.