Inflazione Usa 2022, rallenta più del previsto. Si allenta la pressione sulla Federal Reserve per combattere il caro prezzi.

Inflazione Usa 2022, rallenta più del previsto

L’inflazione americana è salita meno delle attese nel mese di novembre: 7,1% il dato principale. Un dato significato rispetto a quanto si aspettavano gli analisti, con un rallentamento dal 7,7 di ottobre al 7,3%. L’inflazione americana frena in modo deciso a novembre, l’aumento minore dalla fine del 2021. L’indice core, al netto di energia e alimentari, ha segnato il mese scorso un aumento dello 0,2% su ottobre e del 6% sullo stesso periodo dell’anno scorso. Un effetto che ha dato una forte effetto positivo sui mercati azionari allentando la pressione sulla Federal Reserve, che ha dato una forte stretta ai tassi per combattere il caro prezzi e a rischio di portare la prima economia al mondo in recessione. Un atterraggio pilotato, con un effetto che non si sa per quanto durerà, per rompere quella spirale tra inflazione e salari che, secondo la Banca centrale di Washington, avrebbe potuto generare conseguenze ben più negative sugli States.
Questo rallentamento dell’inflazione ha portato l’indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili quali cibo ed energia.

Il rapporto

Rispetto al mese precedente, il Cpi – indice dei prezzi al consumo – è salito solo dello 0,1%, il minimo in tre mesi, e anche meno delle previsioni dello 0,3%. Nonostante il rallentamento, l’inflazione annuale dovrebbe rimanere più di tre volte l’obiettivo del 2% della Fed, indicando un ampio aumento dei prezzi in tutta l’economia. La pressione al rialzo più forte continua a provenire dal settore dei servizi, mentre i prezzi dei beni dovrebbero diminuire a causa dei miglioramenti nelle catene di approvvigionamento. Il dato core, ovvero quello al netto degli elementi più volatili, è stato del 6%: anche in questo caso meno delle attese, così come sul fronte della variazione core mensile che è stata dello 0,2%.