Fast fashion è il termine usato per descrivere i modelli di abbigliamento che passano rapidamente dalle passerelle ai negozi per sfruttare le tendenze. Le collezioni si basano spesso sugli stili presentati alle sfilate della Settimana della moda o indossati dalle celebrità. La moda veloce consente ai consumatori tradizionali di acquistare il nuovo look o la prossima novità a un prezzo accessibile.
Fast Fashion, la spiegazione
La moda veloce si è diffusa grazie a metodi di produzione e spedizione più economici e veloci, all’aumento dell’appetito dei consumatori per gli stili più moderni e all’aumento del potere d’acquisto dei consumatori, soprattutto tra i giovani, per assecondare questi desideri di gratificazione immediata. Per questo motivo, la fast fashion sta sfidando la tradizione dei marchi di abbigliamento affermati di introdurre nuove collezioni e linee su base ordinata e stagionale. Infatti, non è raro che i rivenditori di fast fashion introducano nuovi prodotti più volte in una settimana per rimanere in linea con le tendenze.
Molti consumatori sono infatti attratti dalla possibilità di acquistare capi d’abbigliamento a prezzi stracciati, senza considerare però la scarsa qualità dei prodotti e l’impatto devastante che la produzione ha sull’ambiente. Il basso costo di produzione nasconde infatti costi molti alti da un punto di vista sociale e ambientale. Giusto per avere un’idea il fast fashion produce così tanti rifiuti che diventa complicato, se non impossibile, smaltirli. Durante la produzione si usano tessuti di scarsa qualità, sostanze chimiche aggressive e pesticidi. Tutto ciò ha reso la moda uno dei settori più inquinanti al mondo.
L’uso di pesticidi inquina i fiumi e i terreni in prossimità delle fabbriche che sversano nell’acqua coloranti tossici e sostanze dannose per la colorazione o lo sbiancamento dei tessuti. I danni non sono solo per la natura, ma anche per le popolazioni che abitano nei pressi delle industrie e che utilizzano l’acqua per l’agricoltura o per le esigenze quotidiane, con tutti i danni che ne derivano.
Il fast fashion è messo sotto accusa anche per le pessime condizioni lavorative in cui sono costretti ad operare i dipendenti di queste aziende. Una produzione di merce a basso costo equivale all’utilizzo di una manodopera che viene sfruttata, poiché i salari sono miseri. A tutto questo si aggiungono le precarie condizioni lavorative degli stessi operai, costretti spesso a lavorare in ambienti malsani e senza le minime precauzioni necessarie in un ambiente lavorativo.
Anna Bonapersona