Roberto Saviano processo Meloni. È prevista per oggi, 13 dicembre, alle ore 13, la terza udienza del procedimento che vede lo scrittore di Gomorra impegnato a difendersi dall’accusa di diffamazione dopo la querela arrivata dalla neopremier Giorgia Meloni, per averla definita una “bast**da” nel corso di una trasmissione andata in onda su La7 nel dicembre 2020. “Se per una minaccia mafiosa, che ho subito 15 anni fa (era il lontano 2008 e si celebrava, dinanzi alla Corte d’Assise di Appello di Napoli, il processo Spartacus che vedeva tra gli imputati i boss del clan dei casalesi), non si è ancora nemmeno celebrato il giudizio di Appello, in questo caso sono fiducioso che ci siano tutte le condizioni perché, al contrario, il processo metta il turbo – aveva scritto ieri Saviano sui social -. Quando sono vittima la giustizia ragiona per ere, quando sono imputato va spedita. Come si dice: l’importante è che sia equa e che trionfi, no?”.

È tornato all’attacco questa mattina, ricordando la terza udienza, fissata per oggi presso il Tribunale in Piazzale Clodio a Roma. “La prima udienza c’è stata un mese fa, la seconda ieri… – ha ribadito lo scrittore – pare che questo processo (che mi vede imputato) sia una vera e propria eccezione, perché di norma i processi in Italia procedono lenti… lentissimi. Pensate che dal 2008 sono coinvolto come vittima, nel processo per minacce mafiose che ho subito dal clan dei casalesi; in quindici anni non si è ancora celebrato il secondo grado. Ironia della sorte: quando sono vittima i processi procedono lenti, quando sono imputato mettono il turbo. Oggi – ha specificato – naturalmente ci sarò. È una ovvietà, ma vale la pena tranquillizzare tutte quelle strane persone che, credendomi un potente, pensano che io possa sottrarmi al processo. Non posso sottrarmi – non sono un parlamentare o un ministro e non godo di alcuna immunità – e soprattutto non voglio. Sarà un processo importante in cui chi mi porta alla sbarra ha da perdere molto più di me”.

Roberto Saviano Processo Meloni: cosa è successo finora

Saviano è sotto accusa per aver definito la leader di Fratelli d’Italia, nel frattempo diventata premier, una “bast**da” durante una puntata di Piazzapulita. L’invettiva dello scrittore era stata pronunciata nello studio televisivo nel mezzo di una discussione sul tema dei migranti e sulla relativa gestione politica dei porti italiani. In quei giorni si parlava, infatti, del caso del bambino di sei mesi originario della Guinea, annegato nel Mediterraneo: il neonato era su una nave insieme ad altri 111 migranti, salvati da un’imbarcazione dell’Ong Open Arms ma, nonostante il salvataggio, non era riuscito a raggiungere le coste di Malta, dove avrebbe dovuto ricevere le cure mediche essenziali a tenerlo in vita.

Una tragedia che aveva avuto un enorme risalto mediatico dopo che il quotidiano Avvenire aveva diffuso un video in cui si mostrava la mamma del bambino piangere e urlare: “Dov’è il mio bambino? Ho perso il mio bambino”. Nel corso della puntata, in cui si era tornati sull’argomento, Saviano aveva assunto toni critici, affermando: “Vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame detto sulle Ong: ‘taxi del mare’, ‘crociere’… viene solo da dire bast**di. Meloni, Salvini, bast**di, come avete potuto? Come è stato possibile, tutto questo dolore descriverlo così? È legittimo avere un’opinione politica ma non sull’emergenza”. Parole che gli sono costate una querela da parte della neopremier e che ora lo vedono protagonista nel processo di Roma.

Nel corso della prima udienza, durata solo pochi minuti, le parti avevano deciso di aggiornarsi il 12 dicembre, come in effetti hanno fatto, prima di programmare la riunione di oggi. Il legale della neopremier in quell’occasione aveva fatto sapere ai microfoni dei cronisti, prima di entrare in aula, che l’accusa avrebbe valutato se ritirare la querela, pur ritenendo l’appellativo usato dallo scrittore un insulto punibile per diffamazione. Al termine dell’incontro, l’autore di Gomorra aveva anche annunciato che il ministro Matteo Salvini aveva presentato un’istanza per costituirsi parte civile, aggiungendo una battuta ironica: “Credo di avere il record da giornalista, personalità, individuo più processato da questo Governo”. Si aspetta di sapere cosa accadrà oggi in Tribunale.