Tre donne sequestrate e violentate a Modena per tutta la notte, all’interno di un casolare in disuso. I colpevoli sarebbero otto uomini, tutti di origine pakistana, ora tratti in arresto dalle autorità.
Tre donne sequestrate e violentate a Modena: cosa ne sappiamo
Tre donne sequestrate, tenute in ostaggio e violentate per una notte intera da otto uomini, arrestati dai carabinieri una volta che le vittime sono riuscite a dare l’allarme. Tra loro ci sarebbe anche un ragazzo, figlio di una delle donne coinvolte nella vicenda, che avrebbe a sua volta subìto violenze sessuali. È quanto avvenuto, secondo la ricostruzione della Gazzetta di Modena, in un casolare in disuso di Novi, nel Modenese, dove ieri mattina i militari sono intervenuti su segnalazione di alcuni residenti, a cui due delle vittime, tutte di origine filippina, sarebbero riuscite a chiedere aiuto, tentando di uscire da una finestra dell’immobile mentre gli otto uomini dormivano all’interno.
Secondo quanto emerso finora, le vittime avrebbero riferito di trovarsi nel Modenese per turismo e di essere finite nel casolare dopo aver accettato un passaggio in auto da alcuni pakistani, che anziché portarle nel luogo concordato le avrebbero condotte in una struttura di campagna ormai in disuso, dando il via alle violenze. Il casolare, disabitato fino ad un anno fa, era infatti stato riaperto da un uomo originario del Pakistan, che aveva iniziato ad accogliervi i suoi connazionali, fino all’episodio di domenica notte. Due delle vittime – che sarebbero tre donne di 40, 50 e 32 anni e un ragazzo di cui non si conosce l’età – sarebbero riuscite a dare l’allarme solo ieri mattina, lunedì 12 dicembre, approfittando di un momento di distrazione degli aguzzini.
Sporgendosi da una finestra del casolare, sarebbero riuscite ad attirare l’attenzione di alcuni passanti, chiedendo loro di aiutarle. Sarebbero stati loro a lanciare l’allarme, allertando i carabinieri che, giunti al civico 110 di via Provinciale di Modena, avrebbero immediatamente fatto irruzione nell’immobile, salvando le vittime e fermando i colpevoli. “Non gridava per paura di svegliare gli aguzzini – hanno spiegato i residenti della zona che hanno soccorso una delle donne -. Si è portata la mano sul collo come per dire che le avrebbero tagliato la gola se l’avessero sentita. Ma era determinata a scappare, a qualunque costo”.
Criminalità in aumento nel Modenese
I dati di un’inchiesta diffusi recentemente dal Sole 24 Ore collocano la città di Modena al sedicesimo posto in Italia (su 106 province) in quanto a episodi di criminalità, al tredicesimo per furti nelle abitazioni, al dodicesimo per violenze sessuali, al sesto per numero di denunce a carico di minori sotto i 14 anni (le cosiddette “baby gang”) e addirittura al terzo per casi di riciclaggio di denaro sporco. Dati non incoraggianti, insomma, che indicano un generale aumento della pericolosità nell’area.
Allo scopo di migliorare la situazione, il Comune di Modena ha predisposto un sondaggio sulla sicurezza, che sarà sottoposto telefonicamente e online a 400 cittadini maggiorenni, rappresentativi di tutte le fasce di età, per capire quale sia la loro percezione circa la pericolosità di determinate zone della città e cosa si possa fare per farle sentire più sicure, migliorando la vivibilità dei quartieri. Tra le domande rivolte agli intervistati, quelle volte ad accertare se i partecipanti siano stati o meno vittime di reati nell’ultimo anno, se sì di quale reato, se abbiano provveduto a sporgere denuncia, ma anche se si siano dotati di strumenti di protezione personale, dagli allarmi antifurto alle porte blindate, fino ai corsi di difesa personale. Una sezione è dedicata poi al gioco d’azzardo patologico e un’altra alla criminalità organizzata: agli intervistati viene chiesto quali siano, a loro parere, i possibili strumenti di contrasto per queste situazioni: dall’educazione alla legalità, fino all’applicazione di norme più severe o a un maggiore coinvolgimento delle forze dell’ordine.