Sgombro via Stalingrado Bologna: l’occupazione in via Stalingrado manda in tilt il traffico. A partire dall’alba, criticità in tutta la zona per via degli attivisti che dichiarano a gran voce “Resistiamo sull’albero”. Avanti le operazioni ad opera di polizia e carabinieri.

Manifestazione Bologna oggi

Sgombro via Stalingrado Bologna: traffico in tilt

Sgombro via Stalingrado Bologna blocca la viabilità. Una giornata che fin dall’alba si mostra critica per il traffico di Bologna. Via Stalingrado è completamente bloccata nelle prime ore del mattino per via dell’occupazione ad opera del collettivo Infestazioni che ha l’obiettivo di contrastare emergenza casa e caro affitti. Inizia lo sgombero. Nell’area stanno operando diverse unità antisommossa di carabinieri e polizia.

Si leggono gli striscioni degli occupanti “LA VOSTRA REPRESSIONE NON FERMERA’ L’INFESTAZIONE”.

Gli occupanti intendono restare su strada ed è stato necessario chiuderla da tutte e due le carreggiate: per questo il traffico di via Stalingrado a Bologna è andato completamente in tilt.

Continuano ad essere in aggiornamento i post ad opera del canale ufficiale degli occupanti. L’ultimo, su Mastodon, il social network federato con funzionalità di microblogging, su cui continuamente si fa sentire il collettivo, recita:

“L’AUTOGESTIONE FA PAURA AL GOVERNO DEL CONTROLLO

Lucrano sugli affitti e le aree centrali, investono in telecamere di videosorveglianza e non si curano dell’istruzione se non per immagine. Bologna è stanca!

Sgomberate persone che in autogestione e in meno di un mese si sono create un posto in grado di soddisfare innumerevoli necessità estranee al pensiero repressivo di questa giusta di politicanti.”

Sgombro via Stalingrado Bologna: attivisti intenzionati a restare

Il collettivo si esprime in una nota per la manifestazione e in risposta all’operazione antisommossa da parte delle forze dell’ordine:

“Il 13/12 arriva l’ennesimo sgombero. Nonostante quanto si faccia per uccidere le alterità che rivendicano altri modi e altri mondi, la risposta arriva sempre più forte. Contro ogni muro, contro ogni gabbia, contro ogni frontiera, siamo ancora qua e toccherà urlare sempre più forte. Stamattina -rivendica il collettivo in una nota- le compagne e i compagni hanno deciso di fare i pupazzi di neve su una casetta sull’albero. Abbiamo chiamato un presidio in via Stalingrado, oggi pomeriggio è prevista una nuova chiamata e sabato accenderemo i sound system e attraverseremo la città. Non è finito niente“.

E ancora, l’intenzione non è quella di lasciare l’area della manifestazione:

“Stanno sgomberando non vuol dire che ce ne andiamo”.

Occupazione del collettivo Infestazioni

Manifestazione Bologna oggi. Una storia non del tutto nuova, questa. La protesta inizia il mese scorso. Esattamente il 19 novembre il collettivo Infestazioni aveva già occupato via Stalingrado 31 per manifestare contro il caro affitti.

Gli attivisti scrivono sul loro sito ufficiale che alcune persone “resistono sull’albero”, spiegando: “continuiamo nonostante la neve, portate bevande calde, thermos per un’altra colazione resistente”. 

Attraverso un comunicato gli attivisti avevano lanciato la loro azione in solidarietà vicina agli anarchici in carcere e contro la giunta PD bolognese. L’edificio occupato è una palazzina interna al complesso dell’ex Mercatone Uno, precedentemente occupata nel 2015 da Hobo.

Si erano espressi così nel comunicato:

“Per noi l’occupazione è un mezzo e non il fine. Scegliamo di occupare per far cadere il velo di ipocrisia dell’amministrazione bolognese a trazione Pd, l’ipocrisia di una Giunta che si narra ecologista ma che promuove il Passante, l’ipocrisia di un partito responsabile dell’interventismo bellico e degli accordi assassini col governo libico, ma che al contempo si indigna per la ‘violenza’ puramente simbolica di un manichino. Quella giunta che, dopo gli sgomberi degli ultimi mesi, fingeva di aprirsi alle necessità della lotta per la casa, ma che pochi giorni fa ha ordinato lo sgombero di via Oberdan 16. Occupiamo oggi per concretizzare l’esigenza di resistere a tutto questo, per praticare e diffondere autogestione, per realizzare altro rispetto a quello che viene imposto dal mercato e da chi vuole che ogni spazio di incontro venga recintato e mercificato”.