Adeguamento pensioni 2023. Nel Disegno di Legge di Bilancio 2023, ora in via di approvazione in Parlamento, trova spazio anche un nuovo meccanismo di rivalutazione delle pensioni in base all’aumento dei prezzi al consumo che favorisce gli assegni medio bassi.
Adeguamento pensioni 2023
Il disegno di legge di bilancio 2023, approvato in Consiglio dei ministri lunedì 21 novembre, ritocca il meccanismo di rivalutazione, passando a sei scaglioni: 100, 80, 55, 50, 40 e 35%.
L’adeguamento sarà dell’80% per gli assegni pari o inferiori a cinque volte il minimo, del 55% per quelli tra cinque e sei volte il minimo, del 50% tra sei e otto volte il minimo, del 40% tra otto e dieci volte il minimo e del 35% per le pensioni superiori a 10 volte il minimo (circa 5.250 euro).
Il trattamento minimo 2023 salirà a circa 570 euro [524,34 euro al mese x (7,3% + 1,5%)]. Per le pensioni di importo superiore, la rivalutazione è invece riconosciuta nella misura del:
- 100% dell’inflazione per le pensioni di importo fino a 4 volte il TM;
- 80% dell’inflazione per le pensioni di importo compreso tra 4 e 5 volte il TM;
- 55% dell’inflazione per le pensioni di importo compreso tra 5 e 6 volte il TM;
- 50% dell’inflazione per le pensioni di importo compreso tra 6 e 8 volte il TM;
- 40% dell’inflazione per le pensioni di importo compreso tra 8 e 9 volte il TM;
- 35% dell’inflazione per i trattamenti pensionistici oltre 9 volte il TM.
Il pressing di Forza Italia sulle pensioni minime
Forza Italia continua il pressing per aumentare le pensioni minime. Il senatore Maurizio Gasparri, intervenuto su Radio Cusano Campus, ha dichiarato:
“Il nostro obiettivo è quello di avere pensioni minime a 1000 euro. Siamo ben consapevoli che la manovra economica è dedicata per due terzi al caro energia. Noi vogliamo che si arrivi almeno a 600 euro quest’anno per il maggior numero di persone possibili, ma arrivando poi a 1000 euro nel corso della legislatura per rispettare la promessa fatta in campagna elettorale”.