Afasia cos’è? Afasia (deriva che deriva dal greco antico: ἀφασία, aphasìa, ovvero mancanza di parola) indica un deficit della capacità di utilizzare il linguaggio: può essere caratterizzato da un’alterazione della comprensione o dell’espressione delle parole. Le alterazioni possono toccare diverse aree del linguaggio, quali comprensione, produzione, ripetizione e strutturazione, e inficia alcune attività ormai fondamentali nella vita di tutti i giorni, come parlare, scrivere o leggere.

L’afasia si verifica soltanto in persone che avevano già acquisito correttamente l’uso del linguaggio e la causa non risiede in nessun disturbo sensoriale o motorio.

Ma l’afasia è un disturbo che riguarda il solo utilizzo del linguaggio, perciò l’afasia non provoca deficit di pensiero o disturbi di fonazione o articolazioni delle parole.

L’afasia può essere di due generi differenti: espressiva e recettiva.
Nel caso dell’afasia espressiva (motoria, non fluente, o di Broca), la possibilità di esprimere parole è compromessa, ma non la comprensione, ed è associata all’agrafia (non si riesce più a scrivere); nel caso dell’afasia recettiva (sensoriale, fluente, o afasia di Wernicke), i pazienti non riescono a comprendere le parole o a riconoscere i simboli e spesso si accompagna all’alessia (ovvero perdita della capacità di leggere le parole.)

Afasia cos’è: sintomi

Afasia cos’è? Come compare? L’afasia tende a manifestarsi con alcuni sintomi, che di seguito riportiamo:
1) incapacità di lettura o comprensione della lingua parlata;
2) linguaggio ripetitivo;
3) non rendersi conto degli errori fatti nello scrivere o nel parlare;
4) difficoltà a trovare la parola giusta;
5) uso di parole inventate, al posto di quelle esistenti e corrette;
6) brevi frasi incomplete, senza significato;
7) sostituzione di una parola con un’altra o di un suono con un altro.

Afasia cause: da cosa dipende

L’afasia deriva da una lesione delle aree corticali legate alla produzione del linguaggio e al suo utilizzo: di solito, le cause di un tale disturbo vanno ricercare in disturbi che non causano danni progressivi ( e che, dunque, non faranno peggiorare l’afasia col tempo, come ictus, trauma cranico, encefalite) o in disturbi che tendono ad evolversi (e che duque ammettono o prevedono un effettivo peggioramento, come tumore al cervello espansivo, demenza).

La cura all’afasia può avere risposte diverse, in base all’entità della lesione e all’età del paziente: di solito, prevede il trattamento della causa e della lesione che dà origine all’afasia e un percorso di logopedia (che ha dato alcuni importanti risultati, nei pazienti che vi si sono sottoposti). Anche l’utilizzo di dispositivi di comunicazione aumentativa, basati su software informatici, possono essere molto utili, in questi casi.

Anche i familiari sono invitati a prestare tutto l’aiuto possibile a chi soffre di afasia e ad incoraggiarlo, affinché possa continuare ad esprimersi.

Bruce Willis: come sta oggi

L’afasia ha colpito anche l’attore Bruce WIllis, costretto a ritirarsi dalle scene, proprio perché la recitazione richiede l’utilizzo del linguaggio. Da poche ore, giungono notizie non positive per Willis, che sembra non migliorare nella sua cura. Non riesce a parlare, né comprende quello che dicono gli altri e, per questo motivo, sembra sempre più lontano: sono queste le parole della famiglia, che soffre per lui.

La moglie Emma Hemming parla così della situazione del celebre attore: “Ci sono giorni in cui si vedono scorci del vecchio Bruce, ma sono brevi e sempre meno frequenti… Sembra che stia scivolando sempre più lontano. Le ragazze non possono immaginare il Natale senza Bruce. È doloroso vederlo deteriorarsi. Alle ragazze più grandi manca il vecchio Bruce, quello che le prendeva in giro i loro fidanzati e dava loro consigli non richiesti. Tutta la famiglia prega per lui, per un miracolo natalizio.”

Ma, nonostante la speranza, il dolore rimane straziante, come racconta la stessa donna:

“Il dolore che provo può essere paralizzante, ma il dolore è la forma più pura e profonda d’amore che si può provare.”