Ha suscitato sorpresa e la reazione durissima del sottosegretario Vittorio Sgarbi la svolta che tre associazioni, Fondo per l’ambiente italiano, Wwf e Legambiente, hanno dato a quello che molti credevano il loro modo di intendere la tutela della bellezza. Il presidente del Fai, Marco Magnifico, che un anno fa ha raccolto l’eredità di Andrea Carandini, ha detto al quotidiano La Repubblica che “l’associazionismo del no sempre e comunque è morto. Non è neppure etico, è solo ideologico. Le emergenze climatica ed energetica sono le più grandi che il genere umano deve affrontare: è chiaro che bisogna scendere a patti”.
Il Fai sdogana i pannelli fotovoltaici nei centri storici
Insieme a Legambiente e Wwf, il Fai ha firmato un documento con tredici obiettivi da raggiungere. Le tre associazioni scrivono che “è innegabile che la diffusione degli impianti per produrre energia da fonti rinnovabili, in linea con gli obiettivi di de-carbonizzazione, inciderà sui nostri territori, trasformando i paesaggi. La sfida che si pone è quella di non restare osservatori passivi della rivoluzione in atto, ma di governarla e orientarla con la più formidabile dotazione di competenze di cui saremo capaci come sistema-Paese. Coniugare gli obiettivi della transizione energetica con la lungimiranza nella pianificazione paesaggistica e la qualità della progettazione è quindi la sfida cruciale del prossimo futuro”.
Tra i punti del documento c’è l’apertura all’installazione di pannelli fotovoltaici anche nei centri storici. Magnifico dice “sì” e “daremo l’esempio: nella nostra sede milanese presso la Cavallerizza, presto l’intera falda del tetto esposta a sud sarà coperta da pannelli fotovoltaici. Voglio proprio vedere se qualcuno osa bocciarla. Dobbiamo produrre energia pulita e se c’è un tetto esposto a sud è giusto sfruttarlo, anche nei centri storici, certo, non sul Duomo o sulla Scala”. Il dibattito è aperto.
Stefano Bisi