Scuola di cittadinanza, la formula Valditara. In una lunga intervista rilasciata al quotidiano Libero il Ministro dell’Istruzione ha tracciato la sua idea di scuola.

Scuola di cittadinanza, le parole di Valditara

“Ho in mente una scuola seria, che rimetta al centro l’apprendimento e l’impegno. Per farlo, è necessario ripristinare l’autorevolezza dei docenti. La parola chiave dev’essere rispetto: delle persone, degli studenti, delle cose”, afferma il ministro specificando che per ciò che concerne la valorizzazione del merito dello studente “si persegue costruendo i percorsi formativi il più possibile ritagliati sul singolo, facendo emergere le abilità di ciascuno, anche introducendo docenti tutor che seguano chi ha più problemi ma pure chi va più veloce e magari in classe si annoia. Importante è che la scuola sappia orientare lo studente a fare le scelte formative giuste. Nella scuola italiana il 25% dei ragazzi lamenta di essere bullizzato sistematicamente”. Per fronteggiare questo intollerabile fenomeno il Ministro Valditara ha ribadito la sua idea sui lavori socialmente utili.

La scuola tornata classista

La scuola, rileva il ministro, “è ritornata classista, io la voglio aperta e mobile. Oggi il 58% dei ragazzi italiani va al liceo, mentre in Svizzera e Germania ben l’80% dei ragazzi fa apprendistato o frequenta scuole tecniche e professionali. Noi abbiamo svalutato la formazione tecnica, ritenendola di seconda categoria, quando invece è il pilastro del sistema produttivo. Bisogna farla diventare un canale formativo di serie A, costruendo una filiera unica che vada dalla formazione fino all’istruzione tecnica superiore, parallela all’università e che renda anche questo tipo di insegnamento di alto livello”.

“Faremo – ribadisce Valditara – un’importante riforma della scuola tecnico-professionale. In Italia ci sono un milione e 200mila posti di lavoro, che non vengono occupati per mancanza di competenze tecniche. Il 46% delle aziende non trova qualifiche adeguate. Le imprese vanno coinvolte e, laddove siano necessarie qualifiche specifiche, le scuole devono poter assumere docenti tratti dalle imprese. Mi ispiro al modello scolastico mitteleuropeo, tedesco, in particolare”.