Migranti in Italia nel 2022, in aumento del 68%. Negli ultimi undici mesi c’è stato un incremento significativo del numero di ingressi nel nostro Paese, il numero più alto dal 2016.
Migranti in Italia nel 2022, in aumento del 68%
Nei primi undici mesi di quest’anno, secondo stime preliminari di Frontex, sono stati rilevati più di 308 mila ingressi irregolari alle frontiere esterne dell’Unione europea. Si tratta di un aumento del 68% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso ed è il più alto dal 2016. La rotta dei Balcani occidentali rimane la più attiva, con il 45% di tutti gli ingressi irregolari rilevati nell’Unione europea registrati da gennaio.
A novembre, gli Stati membri dell’Ue hanno registrato circa 27 mila attraversamenti irregolari delle frontiere, il 15% in più rispetto allo stesso mese del 2021.
La seconda rotta migratoria più attiva verso l’Ue è il Mediterraneo centrale. Qui, dall’inizio dell’anno il numero di attraversamenti irregolari delle frontiere rilevati è aumentato del 49% rispetto al 2021 a quasi 94 mila. Nel frattempo, entro la fine di novembre la rotta del Mediterraneo orientale ha registrato un aumento del 116% con quasi 40 mila rilevamenti.
Nello stesso periodo, il numero di migranti irregolari individuati nella Manica è stato di 68 mila, con un aumento del 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
La pressione migratoria dovrebbe rimanere elevata e sarà più intensa in condizioni meteorologiche favorevoli.
Il numero dei migranti
Secondo i dati Istat relativi al bilancio demografico nazionale, alla data del 31 dicembre 2020, risultavano regolarmente residenti in Italia 5.171.894 cittadini stranieri, pari all’8,45% della popolazione residente totale (59.641.488 individui), praticamente invariati rispetto all’anno precedente (+0,87%). Dei poco più di 5 milioni di cittadini stranieri residenti in Italia, circa 2,5 milioni sono europei (di cui 1,5 milioni proviene da Paesi appartenenti all’UE), 1,1 milioni provengono dagli Stati africani (21,9%, soprattutto dai Paesi dell’Africa settentrionale e occidentale) e 1,1 milioni (21,3%) dall’Asia.