Il dispositivo di sicurezza AirTag ha aiutato a sventare un caso di stalking. Un importante conferma, quindi, per l’idea di Apple ideata proprio per evitare questa tipologia di eventi indesiderati e che, almeno per ora, sembra funzionare. Da capire, però, come lo stesso dispositivo potrà essere implementato in futuro, per contribuire ancora di più alla sicurezza degli utenti dell’azienda di Cupertino.
Il funzionamento del dispositivo di sicurezza AirTag
Un nuovo rapporto, arrivato direttamente dall’università americana dell’Iowa, ha reso pubblico che uomo è stato arrestato dopo aver tentato di utilizzare il localizzatore bluetooth per stalkerare una donna con la quale sosteneva di essere sposato. La vittima, dopo essere stata ascoltata dalle autorità, ha dichiarato di non aver nessun rapporto con l’uomo in questione. Come riportato successivamente dal sito Keloland, l’uomo, di 63 anni, aveva piazzato un dispositivo AirTag sulla ruota di scorta della donna, in quanto credeva che lo stesso tradendo.
Ad avvisare la vittima è stato il sistema di sicurezza della Apple stessa, inviando una notifica alla donna e comunicandole che era presente un AirTag nelle sue vicinanze. Immediatamente, quindi, è scattata la denuncia al dipartimento di polizia di Bettendorf, il luogo dove la stessa donna viveva. A questo punto, però, lo stalker che, credendo che la sua vittima avesse una relazione con uno poliziotto, si è recato alla centrale di Polizia dopo aver visto la posizione tramite l’app ‘Dov’è’.
L’arresto è avvenuto solamente nei giorni successivi, dopo aver ricevuto altre due notifiche da parte di altrettanti dispositivi AirTag. Una volta portata la macchina in un’officina, i meccanici hanno scoperto che il dispositivo si trovava sul sottotelaio dell’auto, vicino al pneumatico nei pressi del sedile anteriore, avvolto nella plastica ed in una custodia. Recuperati i tre AirTag, sono stati portati al dipartimento di polizia, dove l’uomo si è presentato nuovamente. Questa volta, però, è stato fermato dai poliziotti, ai quali ha immediatamente dichiarato di essere accordato con la donna di incontrarsi nei pressi della della Centrale di Polizia. Parole immediatamente smentite, da quanto si legge nel documento del tribunale: “Nonostante l’uomo abbia detto alla polizia che lui e la vittima erano sposati, i due non hanno mai avuto una relazione e la vittima gli aveva impedito di chiamarla e inviare messaggi.”