Scandalo corruzione Qatargate ultime notizie.
Prosegue sempre più in profondità l’indagine condotta dalla Procura del Belgio, che nelle ultime ore ha portato a galla nuove irregolarità e nuovi nomi legati a mazzette intascate di nascosto. Dopo l’uscita di scena dei big, l’eurodeputato Antonio Panzeri e il vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili, sono emersi i nomi di Francesco Giorgi (marito della Kaili) e di Niccolò Figà-Talamanca (segretario dell’associazione No Peace without Justice): anche loro sono accusati di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio.
Qatargate, chi sono i nuovi nomi nel mirino della Procura belga
Tuttavia, pare che il Qatargate abbia ancora molti aspetti oscuri da svelare. Una recente indiscrezione giornalistica indica altri tre eurodeputati che rientrerebbero nel giro, ma a cui non è stato ancora notificato alcun provvedimento giudiziario: tra di loro potrebbe esserci Marc Tarabella, esponenti spagnolo del Psoe (il Partito Socialista Europeo). Per quanto concerne l’Italia, sarebbero stati sigillati gli uffici di quattro eurodeputati di cui si conoscono nomi e cognomi.
Si tratta dell’ex deputato Davide Zoggia, responsabile organizzativo del Partito democratico durante la segreteria Epifani, attualmente nello staff del capogruppo dem Brando Benifei, e di tre ex collaboratori di Panzeri: Federica Garbagnati, assistente dell’eurodeputata dem Alessandra Moretti, Donatella Rostagno, che lavora per l’europarlamentare belga di origine italiana, Maria Arena, e Giuseppe Meroni, ora assistente di Lara Comi (Forza Italia) e padrone della casa in cui attualmente vive Zoggia, a cui per questo motivo è stato sequestrato il telefonino.
Luca Visentini, segretario generale della confederazione internazionale dei sindacati, è stato rilasciato con la condizionale, così come il padre di Eva Kaili. Nell’intreccio familiare rientrano anche Maria e Silvia Dolores Colleoni, rispettivamente moglie e figlia di Panzeri, su cui sono in corso accertamenti da parte delle autorità italiane e al momento si trovano agli arresti domiciliari. Infine, l’ex commissario europeo per le Migrazioni Dimitris Avramopoulos ha annunciato le dimissioni dal board scientifico di “Fight Impunity”, l’ong presieduta da Panzeri al centro dell’inchiesta.
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Nel frattempo, sono arrivate alcune dichiarazioni da esponenti italiani e europei che hanno avuto a che fare in passato con nomi e luoghi coinvolti nell’inchiesta.
Josep Borrell, attuale Alto Rappresentante dell’Ue in materia di politica estera, definisce “molto preoccupanti” le notizie che arrivano dalla Procura di Bruxelles. Tuttavia, l’ex presidente del Parlamento Europeo e membro del Psoe preferisce non esprimersi fino in fondo in quanto “c’è un procedimento in corso”.
Brando Benifei, eurodeputato tra le file dei socialdemocratici e vicino a Davide Zoggia e Panzeri, parla di “sconcerto, dolore e schifo” nonché di “rabbia per il modo in cui questa vicenda macchierà l’immagine del Parlamento europeo“. A maggior ragione quando ricorda che il suo partito è stato tra i più critici verso il regime qatariota. Lui ha ammesso di non essere mai stato contattato direttamente dagli indagati, eppure sostiene che “girassero voci di un certo attivismo della Kaili nei confronti di Doha“.
Il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni ha definito “vergognosa” l’intera vicenda a Mezz’ora in Più. Anche in questo caso è emerso il concetto di “danno reputazionale“, nonché di “una delle storie più drammatiche di corruzione che ha coinvolto l’intera Unione Europea“.