Bonus cultura 2023, Meloni non molla e va avanti senza sosta. Qualcosa cambierà, ma poco. Nemmeno il tempo di respirare e rimettere il viso fuori la porta che tutti la cercano e tutti vorrebbero da lei soluzioni rapide e indolori.
L’influenza l’aveva bloccata a casa per qualche giorno, ma ora la premier Giorgia Meloni in un video sui social per la rubrica ‘L’agenda di Giorgia’ è tonata a parlare di manovra, migranti, economia italiana.
Ma soprattutto del bonus ai diciottenni che “non va abolito ma la 18 app va rivista“, dice spiegando che la misura “viene riconosciuta a tutti indipendentemente dal reddito e questo è sbagliato”. Per Meloni “va introdotto un limite di reddito” e “bisogna lavorare per evitare le truffe“.
Bonus cultura 2023 Meloni. 18 App, si cambia
Negli ultimi giorni è montata la polemica su emendamento presentato dai partiti della maggioranza sul tema del bonus ai diciottenni per la cultura.
Ora Meloni spiega meglio: “Il ministro Sangiuliano sta lavorando a una carta cultura per favorire i contenuti culturali dei giovani per dare loro ulteriori possibilità. Però sicuramente 18app è una misura che va rivista. Perché questi 500 euro non c’è ragione per cui debbano averli i figli di un milionario, dei parlamentari o mia figlia quando li compirà. Mentre la stessa misura concentrata sui redditi più bassi può essere molto più impattante“.
Bonus cultura 2023 Meloni. Pos e contante
Altro tema scottante della manovra. Tetto al contante e commissioni sul pos, con l’abolizione di quest’ultimo che sarebbe anticostituzionale. Meloni spiega e risponde con ‘Gli appunti di Giorgià alle richiesta di chi chiede di abolire le commissioni sui pos dopo la misura della manovra che elimina l’obbligo di pos sotto i 60 euro.
“C’è una lettera che la Bce scrive nel 2019 all’allora ministro dell‘Economia Gualtieri e ai presidenti di Camera e Senato sulle misure di abbassamento del tetto” rivela la premier, in cui la Bce fa una serie di critiche all’abbassamento del contante“, definendolo “particolarmente importante per alcune categorie sociali” e unica “moneta legale” che consente ai cittadini di regolare un pagamento immediatamente senza tariffe per il suo utilizzo.
“La Banca centrale dice al governo italiano di allora di fare attenzione perché la moneta elettronica ha un problema di commissioni“.
“Molti dicono ‘perché non togliete le commissioni?’ Perché non possiamo farlo, sarebbe incostituzionale – afferma Giorgia Meloni – la moneta elettronica è privata e lo Stato non può impedire a chi offre il servizio di guadagnarci una commissione. Questo è il motivo per cui Bankitalia fa le sue valutazioni circa il tema dell’innalzamento del tetto al contante“.