Secondo la Corte dei Conti, l’Italia, secondo quanto previsto dal Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza, è in ritardo per quanto riguarda il potenziamento di asili nido e delle scuole primarie dell’infanzia. Non solo: secondo alcune ricerche la nostra Penisola sarebbe in ritardo anche per quanto concerne altre misure come la digitalizzazione.
Il triste primato
Pnrr ritardo su asili nido. Gli asili nido e le scuole primarie dell’infanzia sono da sempre un nodo cruciale per la nostra Nazione: sono anni infatti che la politica italiana parla di un necessario potenziamento di queste strutture per far fronte alle esigenze dei tanti lavoratori e lavoratrici che si trovano a destreggiarsi fra mille difficoltà che comporta l’essere genitori di questi tempi. Si parla sempre più spesso di calo demografico, si stima infatti che in Italia, dal primo gennaio 2022 la popolazione sia scesa a 58 milioni 983 mila unità: nell’arco di 8 anni la perdita cumulata è pari a 1 milione 363 mila… C’è bisogno infatti di un cambio generazionale ma come fanno le famiglie a procreare se poi non c’è assistenza di alcun tipo? A partire dagli asili nido che sono essenziali per l’assistenza dei nuclei familiari. A proposito di questo, è di poche ore fa la notizia secondo la quale la Corte dei Conti avrebbe dato una bella strigliata all’Italia, responsabile di essere ancora molto indietro sul potenziamento di queste strutture, secondo quanto invece previsto dal Pnrr. I magistrati contabili nel loro studio in merito l’avanzamento dei lavori, hanno infatti accertato il mancato rispetto dell’obiettivo intermedio (milestone) nazionale relativo alla selezione degli interventi da ammettere a finanziamento che è scaduto il 30 marzo 2022. La Corte evidenzia quindi il rischio che il ritardo che si è andato ad accumulare, pregiudichi l’obiettivo intermedio europeo di aggiudicazione dei lavori che si dovrà raggiungere entro il secondo trimestre del 2023.
Il monito della Corte dei Conti
A seguito di ciò, la Corte dei Conti ha invitato il ministero dell’istruzione ad accelerare i tempi di realizzazione al fine di completare celermente la relativa istruttoria e a sottoscrivere gli accordi di concessione con gli enti locali beneficiari, in un complessivo percorso di accelerazione a tutela dell’investimento, sia per i suoi risvolti sui migliori risultati scolastici dei bambini destinatari di istruzione prescolastica, sia per l’aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro, con riduzione degli attuali divari territoriali e di genere, come si legge nella relativa circolare. In conclusione l’obiettivo del Piano che va accelerato, è quello di far crescere l’offerta dei servizi educativi nella fascia 0-2 anni quindi degli asili nido e in quella 3-6 anni relativi alle scuole dell’infanzia, attraverso la realizzazione di nuovi spazi per far fronte alle esigenze delle famiglie italiane e la messa in sicurezza di strutture già esistenti.