In mattinata è avvenuta una lunga conversazione telefonica tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il presidente russo Vladimir Putin. In questo senso, i due leader hanno discusso di diverse tematiche tra cui questioni regionali, lotta al terrorismo e il delicatissimo corridoio del grano ucraino per ovviare ai problemi di approvvigionamento di cereali nel resto del mondo.
Erdogan ha quindi evidenziato alla controparte russa la possibilità di allargare l’esportazione di altri prodotti alimentari, sfruttando l’accordo sul grano stesso. Secondo quanto riporta l’agenzia stampa turca Anadolu, Erdogan avrebbe quindi chiesto a Putin la ‘risoluzione della guerra il più presto possibile’:
Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha espresso in una telefonata al presidente russo Vladimir Putin il sincero augurio per una fine della guerra tra Russia e Ucraina il più presto possibile.
Guerra in Ucraina, le parole di Medeved di oggi: “Russia aumenta produzione di armi potenti”
In mattinata sono arrivate altre, minacciose, parole da parte dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev. L’attuale vice presidente del Consiglio nazionale di sicurezza ha posto l’attenzione sulla capacità – da parte del paese stesso – di poter incrementare la produzione di armi di distruzione, per rispondere alle minacce del mondo Occidentale. Questo il commento di Medvedev affidato – come spesso capita – a Telegram:
La Russia sta aumentando la produzione di armi più potenti per contrastare i paesi occidentali che difendono il regime di Kiev. Il nostro nemico si è trincerato in Europa, Nord America, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e in molti altri posti che hanno giurato fedeltà ai nazisti di oggi. è per questo che stiamo aumentando la produzione delle più potenti armi di distruzione, comprese quelle basate su nuovi principi.
Quindi, Dmitry Peskov – portavoce del Cremlino – ha parlato dell’attuale difficile rapporto tra Russia e paesi occidentali. Questo, specialmente dopo le parole rilasciate ieri da Jens Stoltenberg – numero 1 della Nato – che aveva ipotizzato un possibile approdo dell’organizzazione all’interno del conflitto proprio contro la Russia:
Beh, non ci stiamo muovendo. Siamo già arrivati a una stazione chiamata ‘scontro’, e dobbiamo essere riservati, forti, dobbiamo avere una forza di fondo, perché dovremo vivere nell’ambiente di questo scontro. Nessuno ci ama e nessuno ci amerà in particolare. E noi non ne abbiamo bisogno. Alcuni (Paesi) ci amano e, probabilmente, non nella parte più piccola del mondo.
Kiev annuncia: “Beni dell’oligarca Yevtushenkov passano allo Stato”
Nel frattempo, da Kiev – per voce del ministro dell’Economia, Yulia Svyridenko – fanno sapere che i beni di Vladimir Yevtushenkov verranno trasferiti al Demanio statale. L’oligarca russo ha un patrimonio stimato in 1.7 miliardi di dollari e Kiev utilizzerà parte di quanto sequestrato come risarcimento per l’invasione in atto. Ricordiamo che secondo le sanzioni comminate dalla comunità internazionale nei confronti della Russia, ogni bene confiscato all’interno dei paesi UE verrà girato direttamente all’Ucraina:
Le proprietà dell’oligarca russo Vladimir Yevtushenkov, sequestrate in conformità con la legge sulle sanzioni aggiornata, saranno trasferite al Fondo del Demanio statale. I beni potrebbero essere usati per il reintegro del bilancio dell’Ucraina e il risarcimento dei danni causati come risultato dell’aggressione russa.