Indagato per corruzione il sindaco di Giardinello, comune in provincia di Palermo, Antonio De Luca. Dopo una prima indagine ora il primo cittadino avrà l’opportunità di essere sentito dagli inquirenti:
“Era quello che avevo già chiesto a suo tempo quando mi arrivarono le comunicazioni che ero sotto indagine, ma all’epoca non fu mai sentito: non ho nulla da nascondere, sono sicuro della mia innocenza. Non ho mai corrotto nessuno”.
Nel frattempo il prefetto di Palermo, con proprio provvedimento, ha sospeso da ogni funzione lo stesso sindaco indagato.
Gli indagati nell’inchiesta che vede coinvolto il sindaco di Giardinello sono l’ex maresciallo della guardia di finanza in servizio alla Dia Giuseppe Ciuro, coinvolto nell’inchiesta sulle cosiddette talpe alla direzione distrettuale antimafia che vide indagato e condannato anche l’ex presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro.
Ciuro fu condannato a 4 anni e 8 mesi. Insieme a loro anche il dipendente del Comune di Montelepre Andrea Caruso.
Per loro le accuse sono a vario titolo dei reati di corruzione per l’esercizio della funzione, falsità materiale e ideologica commessa da pubblici ufficiali, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e truffa aggravata ai danni dello Stato.
Ad eseguire l’ordinanza del gip i carabinieri della compagnia di Partinico, su delega della procura guidata da Maurizio De Lucia.
Per il sindaco e l’impiegato comunale è scattato il divieto di dimora nel comune di residenza mentre per l’ex finanziere il divieto di dimora nell’intera provincia. Nell’indagine è indagato anche un agente della polizia municipale del comune di Giardinello non destinatario di misure.
Indagato il sindaco di Giardinello: si dovrà presentare davanti al giudice
De Luca è stato convocato il prossimo 16 Dicembre al tribunale di Palermo per essere sentito dal Gip che ha firmato la sua misura cautelare. Il sindaco si dovrà presentare davanti al giudice per le indagini preliminari Cristina Lo Bue per l’interrogatorio di garanzia.
Certamente pesano come un macigno le parole del vigile urbano Corrado Lo Piccolo, tra gli indagati senza alcuna misura cautelare che ha confermato di aver dichiarato falsamente che l’ex finanziere Giuseppe Ciuro avesse preso la residenza a Giardinello.
La vicenda si impernia tutta attorno al favore che il primo cittadino doveva fare a Ciuro, condannato nella famosa vicenda delle talpe alla Dda. La condanna prevedeva anche il pagamento di 200 mila euro per l’ex finanziere che allora escogitò di passarsi altrove la residenza risultando a reddito zero.
Un modo per dimostrare falsamente di essere indigente e di non potere pagare quanto dovuto allo Stato. Ciuro si rivolse al sindaco di Giardinello per essere aiutato a mettere in pratica il suo piano che però è stato scoperto dai carabinieri.
Un altro episodio chiave dell’inchiesta è il rapporto tra il sindaco e l’impiegato comunale di Montelepre Andrea Caruso. Quest’ultimo aveva promesso il suo appoggio elettorale alle scorse elezioni e l’intercessione verso un consigliere per appianare i dissidi del passato. In cambio però voleva essere trasferito a Giardinello con un contratto full time.
L’inizio delle indagini
L’attività investigativa è stata avviata a Gennaio 2020 e condotta fino al mese di Giugno dello scorso anno. Grazie ad intercettazioni sono state riscontrare anomalie per l’iter di una pratica amministrativa che sarebbe stata gestita secondo logiche clientelari e lontane dal perseguimento dell’interesse pubblico.
Il sindaco di Giardinello avrebbe istigato l’agente di polizia municipale a redigere un falso verbale di accertamento per iscrizione anagrafica, per consentire a un suo conoscente, ex finanziere e condannato in via definitiva per i reati di favoreggiamento aggravato in favore dell’associazione mafiosa e rivelazione di segreto di ufficio, l’accoglimento di un’istanza indirizzata all’ufficio di sorveglianza del tribunale di Palermo, per ottenere la remissione del debito giudiziario.
L’ex finanziere, destinatario del divieto di dimora nell’intera provincia, avrebbe prodotto una falsa attestazione di trasferimento di dimora da un comune all’altro, e una dichiarazione di formazione di un nuovo nucleo familiare a reddito zero, circostanza che avrebbe determinato un danno per il Ministero della Giustizia, visto che ha grazie alla prativa ha ottenuto la remissione del suddetto debito. Il gip nel provvedimento ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni per oltre 200.000 euro.