A Napoli è stata installata la scultura colossale dell’artista Anish Kapoor alla stazione della linea 7 della metro di Monte Sant’Angelo. Un’opera mastodontica di alluminio che sarà destinata all’ingresso della stazione metro di Soccavo. Per trasportarla è stato necessario chiudere le strade del quartiere per un’intera notte, dalle ore 18,00 di Sabato 10 Dicembre alle ore 6,00 del mattino di oggi, Domenica 11 Dicembre.
L’area di assemblaggio della scultura in viale Traiano angolo Via Adriano è stata trasportata presso l’uscita del corridoio della stazione Monte Sant’Angelo. Il trasporto è avvenuto in assenza di transito veicolare, lungo le carreggiate principali di Viale Traiano, ad eccezione degli interviali laterali che sono stati utilizzati per la viabilità alternativa.
La scultura è costituita da acciaio corten e rappresenta un imbuto rovesciato e sarà posizionata proprio all’ingresso della parte sotterranea della stazione.
Nelle prossime ore verranno effettuate le ultime operazioni d’installazione degli impianti e l’avvio dei collaudi con gli ispettori dell’agenzia di controllo ansfisa.
Napoli metro linea 7: “Discesa agli inferi attraverso un simbolismo che ricorda l’organo genitale femminile”
“L’opera, ha spiegato pochi giorni fa, Umberto De Gregorio, presidente dell’Eav, la società partecipata dei trasporti della Regione Campania, che finanzia la Linea 7, realizzata dalla Società Infraflegrea Progetto S.c.p.A. e per essa dalla Società Partecipazioni Italia S.p.A., sarà posizionata all’ingresso della stazione di Soccavo. Attualmente è smontata e verrà spostata durante la notte, tra Sabato e Domenica con un trasporto eccezionale e quindi rimontata al’ingresso della stazione”.
Un trasporto eccezionale e delicatissimo ad opera dell’impresa Webuild, il gruppo multinazionale italiano che opera nel settore delle costruzioni e dell’ingegneria che è stato effettuato anche grazie alla collaborazione dei vigili urbani, della municipalità e dell’Eav.
Ad annunciarlo è stato proprio, il presidente EAV Umberto de Gregorio. L’opera, molto discussa per le analogie con l’organo genitale femminile, fa il paio con l’altra, esistente da tempo nell’entrata principale della stazione e rappresenta una discesa agli inferi, come ha spiegato lo stesso Kapoor.
l presidente EAV Umberto De Gregorio commenta:
“Dopo due anni dal subentro di Eav nella gestione commissariale possiamo dire di aver dato una svolta positiva ai lavori che sono partiti nel lontano 2003. L’obiettivo dell’apertura del primo tratto della linea è a portata di mano: entro il 2023 se non vi sono altri intoppi burocratici o con l’impresa costruttrice. Ai cittadini interessa soprattutto e tanto l’entrata in servizio della linea che collegherà finalmente Montesanto con l’università di Monte Sant’Angelo”.
Eav ha fatto inoltre sapere che sarà garantito il trasporto durante i giorni festivi, il Comune di Napoli organizza infatti, tre giorni di festa per celebrare il Capodanno.
Chi è Anish Kapoor
Anish Kapoor è uno scultore britannico di origine indiana ed ebreo irachena. Dopo aver studiato due anni in Israele in una scuola di elettronica, si sposta in Inghilterra per iscriversi alla scuola d’arte dove darà vita a una serie d’installazioni volte a indagare i temi portanti nel suo percorso artistico come la dicotomia femminile-maschile, la sessualità, con un uso più ampio del mezzo scultoreo in sintonia con alcune ricerche degli anni sessanta, come l’arte povera.
Nel 1980 presso lo studio di Patrice Alexandre a Parigi, espone la sua prima mostra e l’anno successivo alla Coracle Press di Londra ottiene la sua prima mostra personale.
Nel 1990 partecipa come rappresentante della Gran Bretagna alla XLIV Biennale di Venezia dove viene premiato. Nelle sue opere utilizza diversi materiali: dal marmo di Carrara, al granito, all’ardesia, all’arenaria per opere come Void Field o Ghost del 1989.
Si cimenta con le superfici riflettenti, creando specchi deformanti o che addirittura annullano l’immagine stessa, dando vita a opere come Double Mirror del 1997, Turning the World Upside Down del 1995 o Suck del 1998.
Anish Kapoor usa materiali come il granito, il calcare, il marmo, il legno e il gesso per creare oggetti dalle forme enigmatiche e geometriche, chiaro richiamo all’immaginario cromatico indiano.
I colori che usa nelle sue opere sono perlopiù caldi e dotati di una luminosità quasi propria. Un chiarore che sempre convive con l’oscurità e che spesso si trasforma in superfici specchiate che riflettono o assorbono la luce e la realtà intorno.