New York e il covid, una storia che ritorna con l’arrivo delle festività natalizie e l’ingresso in città di milioni di turisti. Se l’Italia si trova a fare i conti con il ritorno prepotente dell’influenza, la Grande Mela osserva con preoccupazione i dati relativi ai contagi registrati negli ultimi giorni. E chiede alla cittadinanza (e ai visitatori) un passo indietro, raccomandando l’uso della mascherina al chiuso.

In valore assoluto, tuttavia, i casi non sono numericamente impressionanti (circa 4.000 al giorno), ma tanto basta per mettere in preallarme il Dipartimento di Igiene e Salute della città. Anche in altre metropoli degli Stati Uniti (Los Angeles in primis) si valutano misure analoghe.

New York covid, preoccupano gli assembramenti nei luoghi simbolo

La città di New York è la prima a reintrodurre alcune misure contro il contagio da covid durante la stagione fredda. Nel messaggio diffuso dal Dipartimento si legge che “la raccomandazione sull’uso della mascherina riguarda solo le situazioni con grandi assembramenti, mentre vige l’obbligo di indossarla nei luoghi al chiuso“. Indipendentemente dal grado di vaccinazione di ciascun soggetto.

Sempre scorrendo la lista deIle misure raccomandata, “le persone sopra i 65 anni, quelle in gravidanza o che hanno fragilità al sistema immunitario sono invitate a evitare gli assembramenti al chiuso e a preferire ambienti in cui la mascherina viene correttamente indossata, anche all’aperto“. Il commento di chi questo avviso lo ha diramato, ossia Ashwin Vasa, spiega che “la stagione delle vacanze invernali riempie la città nei luoghi più iconici”. Tuttavia, rispetto allo scorso anno quando ci fu un fenomeno analogo (ma in altre condizioni ben peggiori di quelle attuali), Vasa osserva che “i casi si stanno moltiplicando in modo insolito“.

Un’indicazione piuttosto chiara di ciò che sta accadendo arriva anche dalla direttrice dei Centri sanitari federali Rochelle Walensky, la quale afferma che “i ricoveri per sintomi simil-influenzali hanno raggiunto il picco più alto in dieci anni“. E pertanto il consiglio è di “proteggersi nei luoghi al chiuso, come i mezzi pubblici, oltre che per le categorie fragili“.

Le indicazioni che sono state fornite hanno scatenato una scia di malumori in diversi cittadini, con iniziative in solitaria che hanno reintrodotto l’obbligo (per esempio nelle scuole). Da capire se queste limitazioni avranno un effetto sulla scelta dei turisti, che vorrebbero godersi la bellezza della Grande Mela in versione natalizia.

I dati del CDC

Secondo l’aggiornamento settimanale dell’agenzia CDC, il secondo organismo nazionale in materia di Salute dopo il FDA, “il 13,7% degli americani ora vive in aree classificate con un livello di rischio alto (la settimana scorsa era al 4,9%), il 38,1% a rischio medio e il 48,2% a rischio basso“.

Tra le zone più a rischio c’è la Contea di Los Angeles, la più popolosa degli Usa con oltre 10 milioni di abitanti, oltre a tutti i distretti di New York (Kings, New York, Bronx). Anche l’Arizona è osservata speciale. Anche il ritmo dei nuovi ricoveri per COVID-19 è aumentato a livello nazionale, con una crescita del 13,8% rispetto alla settimana precedente. Nelle case di cura questa settimana il CDC ha registrato il peggior tasso di infezioni da COVID-19 dallo scorso febbraio.

Si stima che circa due casi su tre siano riconducibili alle varianti BQ.1 o BQ.1.1, ossia quelle di Omicron Cerberus. Dalla Casa Bianca informano che l’aumento del 40% registrato negli ultimi 14 giorni porterà “a giorni difficili”, anche a causa di altri malanni stagionali che hanno fatto la loro ricomparsa. Non mancano critiche relative al rallentamento delle vaccinazioni (-66% in poco più di un mese), il cui ritmo è stato definito “tristemente lento”.