Altro giorno di guerra in Ucraina, con le ultime notizie. Un’altra conferenza stampa molto sofferta è andata in onda nella tarda serata da parte di Volodymyr Zelensky, il quale ha annunciato che ci sono oltre un milione e mezzo di ucraini senza elettricità: colpita la regione di Odessa, dove nella notte tra venerdì e sabato un raid con droni iraniani ha messo ko alcune infrastrutture strategiche. Disagi anche nell’oblast di Kherson.

Lo stesso presidente definisce “difficile” la situazione, mentre la società statale Ukrenergo non si è ancora pronunciata sull’entità dei danni. Zelensky chiede tempo per ripristinare la corrente nelle aree più impervie e rurali, chiarendo che “non basteranno ore ma serviranno giorni”.

Guerra in Ucraina, spiragli di controffensiva tra Melitopol e Crimea

La guerra in Ucraina torna inoltre a registrare un accenno di controffensiva militare da parte di Kiev. L’esercito ha infatti attaccato con artiglieria pesante la città di Melitopol, metropoli che affaccia sul Mar Nero tra Kherson e Mariupol oggi controllate dalle forze filorusse.

Pare dunque chiaro quale sia il prossimo obiettivo della riconquista dopo Kherson. Per Zelensky “Melitopol è la città chiave per la difesa della fascia meridionale del Paese“, asserendo che una sua “cattura” avrebbe poi spianato la strada verso la Crimea. Anche il sindaco ucraino di Melitopol, Ivan Fedorov, conferma l’accaduto e rilancia l’indiscrezione di una risposta russa: la città è ancora in una fase dormiente, senza un vero piano di ricostruzione attuato dal Cremlino. Gli ospedali sono in difficoltà e i soldati russi feriti vengono portati in Crimea.

A proposito di Crimea si segnala un’iniziativa indipendente da parte del gruppo di partigiani Atesh (una frangia dei tatari di Crimea), i quali hanno rivendicato un attacco compiuto la notte scorsa contro una base militare russa nel villaggio di Radiansk. Due le vittime per i media russi, mentre gli Atesh commentano con fierezza il loro operato che ha ridotto in fiamme questo piccolo villaggio al confine.

L’ex prigioniero Usa Bout: “Sistema carcerario americano progettato da nazisti”

Sul versante russo, la ritirata progressiva che coinvolge il sud-est dell’Ucraina fa da contraltare a una mobilitazione più corposa a est, in Donbass, e precisamente nell’oblast di Lugansk: villaggi già citati nel corso di questi mesi come Severodonetsk, Lysychansk, Kramatorsk, sono ancora terra di frontiera con le milizie di Kiev che spingono per arrivare da Kharkiv.

Ieri intanto è andata in scena la prima intervista di Viktor Bout, il prigioniero rilasciato dagli Usa nello scambio con Brittney Griner, alla tv russa. Nel suo racconto, il “mercante d’armi” ha descritto la sua militanza in carcere definendola “nazista”, dalla progettazione delle celle sino al trattamento ricevuto in occasione dei pasti. Un sistema “dove tutto è studiato e niente è lasciato al caso”. Poi, ecco la domanda delle domande: un commento sull’operazione speciale in Ucraina. Qui Bout non ha dubbi, se fosse stato fisicamente presente in patria si sarebbe immediatamente arruolato volontario per combattere al fronte. Non sono mancati alcuni riferimenti omofobi contro la comunità Lgbtq, di cui peraltro la stessa Griner è fiera esponente.