Paolo Mieli età. Paolo Mieli (Milano, 25 febbraio 1949) è un giornalista, saggista, conduttore televisivo e opinionista italiano, che si occupa principalmente di politica e storia.
Paolo Mieli età, moglie, figli
Paolo Mieli ha 73 anni. La prima moglie di Paolo Mieli è Francesca Socrate, docente e scrittrice di diversi libri. Dalla loro unione nasce Francesco, nel 1973, oggi produttore televisivo e cinematografico. Si unisce una seconda volta in matrimonio con Federica Alatri, dalla quale nasce il secondogenito Andrea, nel 1979. Convola nuovamente a nozze con Barbara Parodi Delfino, sua collega soprannominata Bambi, dalla quale nasce nel 1997 la figlia Oleandra. Attualmente la compagna di Paolo Mieli è Camilla Grimaldi, nota gallerista.
Padre
Di madre cristiana e di padre di religione ebraica, Renato Mieli, un giornalista vicino al PCI la cui famiglia è emigrata dall’Egitto. Paolo Mieli, pur non essendo tecnicamente ebreo dato che sua madre non era ebrea, e nonostante non sia religioso e non frequenti la comunità ebraica, si dichiara “ebreo al 110%, orgoglioso di questa identità”, soprattutto nei momenti in cui si manifesta l’antisemitismo.
Biografia
Notista politico nelle file de l’Espresso (1967-85), ha fatto parte della redazione de La Repubblica (1985-86), passando poi in qualità di editorialista a La Stampa (1986), di cui è stato anche direttore (1990-92). Dal 1992 al 1997 ha diretto il Corriere della sera, avviando una nuova formula più vicina ai modi e alle tematiche dell’attualità. Nominato direttore editoriale del gruppo RCS Editori nel 1997, dal 2004 al 2009 è tornato alla direzione del Corriere della sera, e dallo stesso anno al 2016 è stato presidente di RCS Libri. Nel 2021 è stato nominato presidente del Premio Viareggio-Rèpaci.
Mielismo
Claudio Rinaldi, direttore de L’Espresso conia il termine “mielismo” per definire lo stile giornalistico della nuova stagione del Corriere. La voce “mielismo” viene accolta nella Treccani. Il “mielismo”, secondo Filippo Ceccarelli che con Mieli ha lavorato a La Stampa si può riassumere così: “Inconfondibile miscela di spirito alto e materia bassa; attenzione a tutto quanto è televisivamente popolare e popolarmente televisivo; suggestioni perlopiù antiretoriche, non di rado articolate attraverso disseminazioni di dubbi su mitologie consolidate; apparente leggerezza; allegra e spavalda disponibilità al gossip (vulgo: “pettegolezzo”), quindi al divertente, all’eclettico, al frammentario; visione conflittuale della realtà, con conseguente sottolineatura di ‘casi’, ‘polemiche’, ‘duelli’ e, quando possibile, spargimento di polpettine di zizzania destinate soprattutto a uomini politici e intellettuali che si prendono troppo sul serio; culto del dettaglio, ancora, talvolta tirato fino all’estremo limite, e cioè ben oltre la vicenda in cui esso dettaglio s’inscriverebbe”. Edmondo Berselli preferisce chiamarlo “metodo Mieli”.