Continuano i dibattiti sulla prima manovra firmata dal governo Meloni ed anche la scuola con il Bonus Cultura diventa oggetto di discussione dopo le parole di Gennaro Sangiuliano. Il ministro della Cultura ha infatti dichiarato apertamente le proprie opinioni in merito alle modifiche a sua detta opportune all’App18 nello specifico e in generale sul sistema di attribuzione.
Il tema centrale della questione riguarda l’emendamento di maggioranza che presuppone l’abrogazione della stessa app che si vedrebbe convertita nella “Carta Cultura“, con cui si potrà beneficiare del bonus di 500 euro per i consumi culturali dei giovani. La spiegazione chiara nelle parole di Sangiuliano è la seguente:
L’emendamento è del Parlamento, ma reputo si debba fare una riflessione sulla cosiddetta App18 che così com’è mostra criticità.
Manovra, le ragioni di Sangiuliano spiega le modifiche su Bonus Cultura e App18
Il ministro della Cultura ha poi voluto chiarire le motivazioni dietro questa scelta spiegando le finalità racchiuse dentro il cambio di definizione dell’App18:
È necessario ridefinirla e rinominarla, affinché questo strumento diventi realmente una modalità di consumi culturali per i giovani orientandoli alla lettura di libri, alla visita di mostre, ai corsi di lingua e alla musica. Penso che vada introdotta una soglia ISEE che escluda persone appartenenti a famiglie con redditi elevati. Inoltre occorre mettere a punto un vero meccanismo anti truffe, e bisogna riperimetrare gli ambiti di utilizzo a consumi davvero culturali evitando aspetti grotteschi. Su tutto ciò intendo lavorare insieme agli operatori del mondo della cultura per migliorare il sistema. Auspico che nasca una vera carta della cultura per i giovani.
Le parole di Sangiuliano suonano quasi come una risposta all’attacco di ieri di Matteo Renzi che tramite un tweet aveva dichiarato:
La maggioranza della Meloni vuole cancellare 18App. Follia! Perché hanno paura della cultura? Io sono pronto all’ostruzionismo parlamentare. Ma chiedo a tutti di darci una mano. Firmate la petizione, fatela girare. Dovranno fermarsi loro, non noi.