Scandalo corruzione nel Parlamento Europeo, con le ultime parole della presidente Roberta Metsola su Twitter che prende una chiara posizione. La rappresentate politica, infatti, ha voluto condannare con estrema fermezza ogni azione di corruzione. Questo, a ragion veduta dopo le – ultime ormai note – vicende:
Il Parlamento europeo si schiera con fermezza contro la corruzione. In questa fase non possiamo commentare le indagini in corso, se non per confermare che abbiamo collaborato e collaboreremo pienamente con tutte le autorità giudiziarie e di polizia competenti. Faremo tutto il possibile per aiutare il corso della giustizia
Scandalo corruzione Parlamento Europeo, le ultime notizie
Mentre proseguono le indagini sullo scandalo che ha coinvolto i vertici del Parlamento Europeo, con la vicepresidente Eva Kaili destituita dal suo ruolo a Strasburgo, il numero uno Roberta Metsola interviene per la prima volta sulla vicenda che promette nuove clamorose indiscrezioni.
In sintesi, è emerso che i membri reali della famiglia presidenziale del Qatar sganciavano mazzette in cambio di un parere favorevole in tema dei progressi compiuti in tema di diritti umani (possibilmente insabbiando il drammatico bilancio degli operai deceduti nell’organizzazione del Mondiale). Da parte loro, i funzionari adempivano perfettamente all’accordo stabilito sia con i fatti (votazioni su questioni riguardanti Doha) che con esplicite dichiarazioni.
Oltre all’ex eurodeputato del Pd Antonio Panzeri sono rimasti intrappolati anche il suo ex assistente parlamentare Francesco Giorgi (nonché marito della Kaili), il segretario generale della Confederazione sindacale internazionale (Ituc), Luca Visentini, e Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale della ong No Peace Without Justice.
Trovati sacchi di banconote a casa di Eva Kaili
Sulla leader del Movimento Socialista Panellenico, si spiegano molte cose alla luce delle attuali rivelazioni. Kaili si è infatti spesa ripetutamente per cancellare l’etichetta del Qatar come Paese retrogrado in materia umanitaria, avallando la decisione della Fifa di confermare il grado di nazione ospitante. Mentre il mondo (quasi) intero votava a favore di una risoluzione di condanna, Kaili si schierava pubblicamente a sostegno del sultanato affermando che “i Mondiali in Qatar testimoniano come la diplomazia sportiva possa realizzare la trasformazione storica di un Paese, pioniere nella tutela dei diritti dei lavoratori, con riforme che hanno ispirato il mondo arabo“.
Peraltro, secondo quanto riporta il quotidiano belga L’Echo, la Kaili ha trascorso la notte in detenzione poiché a casa sua sarebbero stati ritrovati diversi sacchi di banconote, motivo per cui – in caso di flagranza di reato – sarebbe stata arrestata nonostante l’immunità parlamentare.
Corruzione Parlamento Europeo, le reazioni di socialisti e democratici
Nel frattempo, non sono tardate le reazioni da parte dei principali movimenti politici rispetto a quanto successo. In una nota, la delegazione degli eurodeputati PD al Parlamento Europeo ha pubblicato quanto segue:
Apprendiamo con sconcerto delle indagini e dei fermi in corso a Bruxelles facenti seguito a episodi di presunta corruzione da parte del Qatar, in particolar modo a fronte delle persone coinvolte. Si tratta di accuse e di questioni estremamente gravi su cui va fatta luce, confidiamo pienamente nel lavoro della magistratura e delle forze di polizia che stanno effettuando le necessarie verifiche. Auspichiamo che la verità emerga presto e che sia difesa l’onorabilità della nostra istituzione, anche vista la posizione molto dura espressa dal Parlamento Europeo nella sua più recente risoluzione sul Qatar durante la sessione plenaria di novembre.
Anche gli europarlamentari della Lega hanno voluto prendere posizione:
Esprimiamo forte preoccupazione e sgomento per le notizie riportate dagli organi di stampa internazionali sulle indagini per corruzione nelle istituzioni Ue in corso in Belgio. Le accuse sono molto gravi ed è necessario che sulla vicenda venga fatta la massima chiarezza in tutte le sedi. Massimo sostegno alle autorità affinché facciano luce sui fatti e accertino le responsabilità delle persone coinvolte, a cominciare da chi è eletto e da chi lavora nelle istituzioni europee. Al Parlamento Europeo, così attento al delicato tema delle ingerenze esterne, chiederemo di affrontare la questione in commissione Inge e anche con un dibattito in aula quanto prim