Il presidente uscente del Brasile Jair Bolsonaro è tornato a parlare ai propri sostenitori all’esterno del Palazzo presidenziale dell’Alvorada per la prima volta dalla sconfitta alle elezioni di fine ottobre.
Lui stesso ricorda questo lungo periodo di silenzio “che ha nuociuto alla mia anima, ancora dolorante“, affermando di “essere sempre stato una persona felice in mezzo a voi, anche rischiando la vita tra la folla“.
Al ballottaggio con Lula del 31 ottobre, Bolsonaro uscì sconfitto per poche migliaia di voti fermandosi al 49,1% contro il 50,9% del candidato di sinistra.
Dichiarazioni Bolsonaro, messaggio in codice per le forze armate
Dopo 40 giorni di totale estraneità da ogni forma di comunicazione Jair Bolsonaro sceglie un giorno non certo indimenticabile per il Brasile come punto di ripartenza.
Se si esclude la sua breve comparsata dello scorso 26 novembre, quando si fece intravedere all’inaugurazione di una scuola militare, è la prima volta in assoluto che il leader di estrema destra ricompare in pubblico a parole. Ultime settimane del suo mandato, non confermato dal popolo, prima del passaggio di consegne a partire dal primo gennaio. Fonti locali ipotizzano che Bolsonaro potrebbe persino disertare la cerimonia istituzionale a Brasilia di scambio della fascia presidenziale: allo studio un possibile viaggio in Italia ancora da confermare.
Non è ancora chiaro che ne sarà della sua carriera politica. Per il momento il leader ultraconservatore si appresta a lanciare messaggi alla sua fanbase: dall’elogio per le forze armate, “essenziali e ultimo bastione contro il socialismo di Lula” (a cui molti facinorosi si appellano per sovvertire l’esito elettorale), alle ragioni del suo silenzio (“Se avessi detto anche solo buongiorno, sarebbe stato ugualmente manipolato e mistificato“). Al suo pubblico Bolsonaro conferma di “essere davanti a un bivio” di cui i sostenitori saranno giudice determinante.
Tornando all’attualità, si sono progressivamente spenti i tentativi di ostruzionismo da parte dei dissidenti, che avevano bloccato strade ed economia brasiliane come forma di protesta. Da capire se l’uscita del loro leader potrà fungere da strumento di nuova galvanizzazione. Sul fronte politico Lula procede alla composizione del suo futuro governo: nelle ultime ore sono stati nominati cinque futuri ministri: Fernando Haddad per le Finanze, Mauro Vieira per gli Affari esteri, Flavio Dino per la Giustizia, Rui Costa per la Casa Civil (a meta’ strada tra il Primo ministro e il Capo di Stato maggiore) e Josè Mucio Monteiro per la Difesa.