Torna dopo due anni di stop a causa della pandemia da Covid-19, la festa della Befana di Piazza Navona: un evento dalle origini antiche ancora molto amato dalle famiglie della Capitale. La manifestazione, che ha ufficialmente aperto i battenti il primo dicembre, è entrata nel vivo il giorno dell’Immacolata Concezione con la visita ai mercatini del Sindaco, Roberto Gualtieri, e dell’assessora alle Attività Produttive e alle Pari Opportunità, Monica Lucarelli.
Siamo pienamente operativi con spettacoli per bambini, vendita di prodotti artigianali e tanti nuovi operatori in piazza legati alla tradizione del Natale – ha dichiarato Lucarelli in quell’occasione -. Avere riportato la festa in piazza Navona e avere riempito altre piazze è importante per gli operatori e per tutto il settore del commercio. Ma è importante anche per i cittadini, eravamo tutti estremamente stanchi di vivere il Natale e le feste con la distanza, ritrovarci insieme in piazza è qualcosa di cui avevamo estrema necessità.
Per il ritorno della festività, l’assessorato ha anche lavorato ad un’integrazione del bando del 2017, in vigore fino al 2026, per assegnare tutte e 64 le postazioni della piazza e riempire quelle rimaste vacanti, anche attraverso l’ampliamento delle categorie merceologiche.
Festa della Befana piazza Navona: tra storia e modernità
Quella della Festa della Befana di piazza Navona è una tradizione secolare a Roma: intere generazioni di bambini l’hanno vissuta con i propri genitori, per poi accompagnarci i propri figli. Tutto inizia con i mercatini allestiti sulla piazza, che propongono ogni anno prodotti enogastronomici locali, tipici del Natale e non, addobbi natalizi, presepi, giocattoli e libri per bambini, oggetti di artigianato e tanto altro. Non mancano, poi, gli artisti di strada, il teatro dei burattini, lo storico carosello, Babbo Natale e, ovviamente, la Befana, che il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, fa la sua apparizione in piazza, portando piccoli doni e dolciumi ai bambini.
Figura folcloristica legata alle festività natalizie, la Befana, il cui nome deriva da una modifica lessicale del termine “Epifania” è, secondo la tradizione, una donna molto anziana che, a cavallo della sua scopa, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, fa visita ai bambini per riempire le loro calze, lasciate accanto al camino o vicino alla finestra, di caramelle, frutta secca o piccoli giocattoli, ma anche di carbone, qualora si siano comportati male. Si tratta di una festività che ha origini antichissime, risalente ai riti propiziatori pagani legati all’agricoltura, ma ancora molto sentita, specialmente dai romani, che non a caso la celebrano in una delle piazze più importanti della Capitale.
Secondo quanto riportato da alcuni storici, le prime testimonianze della festività risalirebbero all’Ottocento: stando ai loro scritti, il 6 gennaio i romani erano soliti recarsi nelle botteghe di piazza Sant’Eustachio colme di dolci, giochi e doni per celebrare la Befana, che al culmine della festa arrivava a cavallo di una scopa. Con l’Unità d’Italia, i festeggiamenti si sarebbero poi spostati a piazza Navona, per restarvici fino ai giorni nostri. Una tradizione secolare, quindi, che va ad aggiungersi a quella che celebra, nello stesso giorno, il Pupo dell’Ara Coeli. La leggenda che lega il bambinello all’Epifania vuole che la statuetta in legno del presepe fosse stata scolpita nel legno di un ulivo dell’orto del Getsemani alla fine del Quattrocento da un francescano che, per timore di rovinarla con una colorazione imprecisa, una sera, prima di addormentarsi, pregò il Bambino di ispirarlo, trovandola dipinta al suo risveglio. Nel tempo, il bambinello, affettuosamente chiamato “er pupo” dai romani, ha iniziato ad essere venerato per le guarigioni miracolose e il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, si usava portarlo in processione tra le strade della città per proteggerla da eventuali catastrofi.