Il bollo auto italiano abolito d’ufficio finisce nella brace dello stralcio e Saldo delle cartelle esattoriali. Addio a ripensamenti, balzelli e sotterfugi per non pagare. La nuova legge governativa mette in regola tutti coloro che hanno delle pendenze nei confronti della tassa automobilista e non solo.

Fermi amministrativi e pignoramenti rientrano nello stralcio delle cartelle esattoriali e addio pagamento per sempre. Viene abolito il bollo auto non si paga più in queste circostanze.

Bollo auto non si paga più abolito, ecco le ultima novità

L’imposta del bollo auto viene pagata da tutti i proprietari di auto o possessori di veicoli a motore. Il disegno di Legge di Bilancio 2023 prevede lo stralcio dei debiti esattoriali fino a 1.000 euro. Nel paniere dello stralcio entrano tante cartelle esattoriali, tra cui anche il bollo auto. Dunque, tutti color che si ritrovano in difetto con il pagamento del bollo auto possono stare tranquilli, la tassa automobilistica sarà cancellata presto. Si attende un’abolizione d’ufficio.

Il vero problema è che il contribuente per essere “graziato” ricevendo la cancellazione del bollo auto, deve possedere un debito iscritto a ruolo.

Ciò significa che la Regione per recuperare il credito affida mandato all’Agenzia delle Entrate – Riscossione, che notifica al contribuente la cartella esattoriale contenente gli estremi del bollo auto non pagato, l’importo, il periodo di riferimento, interessi, sanzioni e aggio.

Se la cartella esattoriale non è stata notificata, viene stralciata d’ufficio e il contribuente graziato.

Mentre, se la Regione non ha conferito mandato all’Agenzia delle Entrate – Riscossione per il recupero del credito spettante, il contribuente si trova nella posizione di dover pagare la tassa automobilistica alla Regione di competenza. Dunque, deve rispettare la scadenza e non può avvalersi dello Stralcio e saldo e della Rottamazione quater.

Per questo motivo, si consiglia di verificare la propria posizione debitoria nell’area riservata online sul portale dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Abolizione bollo auto: tutto (forse) è ancora recuperabile

Il condono promosso dal Governo Meloni, premia” le tasse evase, dunque il bollo auto e tante altre pendenze, riammettendo il contribuente nell’ottica di una compensazione dei debiti esattoriali. In linea teorica, il provvedimento del governo italiano si muove su due fianchi.

Il primo punto, votato all‘abolizione dei debiti sotto i mille euro. Secondo queste disposizioni il bollo auto non si paga più.

L’altra questione ruota sul periodo delle somme affidate all’Agenzia delle Entrate – Riscossione oggetto della del Saldo e stralcio e della Rottamazione quater. In questo caso, il discorso riguarda le cartelle di pagamento prima e dopo il 2015.

In linea pratica, la legge governativa assolve i contribuenti dall’omesso pagamento e libera dall’inadempimento. Un discorso portato avanti per i debiti esattoriali fino al 2015 e per le cartelle sotto i mille euro.

Dal periodo successivo al 2015 l’assoluzione avviene dopo il pagamento dell’importo della tassa senza sanzioni e interessi, dunque aderendo alla definizione agevolata.

Nella nuova Rottamazione quater sarà possibile pagare il bollo auto affidato all’Ente impositore nel periodo tra il 2000 e il 30 giugno 2022. Non si tratta di una cancellazione in toto, ma bensì di un pagamento in ridotto, senza interessi, sanzioni e aggio.

Rottamazione bollo auto: pagamento in 18 rate fino al 2027

La definizione agevolata permetterà di pagare il bollo auto presente nelle cartelle esattoriali in un’unica quota o in 18 rate mensili del medesimo importo, dunque non vale più la regola, per cui il bollo auto non si paga più e viene abolito d’ufficio, ma si attivano altre agevolazioni.

L’Agenzia delle Entrate – Riscossione dovrebbe ricevere la prima e l’unica quota nella data del 31 luglio 2023, mentre il pagamento della seconda rata con scadenza il 30 novembre.

Per le prime due rate si parla di un versamento che corrisponda al 20 per cento dell’importo complessivo da pagare.

Le restanti rate dovranno essere regolarizzate entro il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre con decorrenza dal 2024 a seguire negli anni fino al 2027. Per i pagamenti rateali dal 1° agosto 2023 viene applicato un tasso d’interesse del 2 per cento annuo.