Nuovo blitz degli attivisti di Ultima Generazione al traforo del Monte Bianco. Forti ripercussioni sul traffico sia sul versante italiano che su quello francese, prima dell’intervento della polizia di frontiera. Si tratta di una protesta congiunta con i manifestanti d’oltralpe del movimento “Derniere Renovation”.

L’episodio è accaduto intorno alle 12.30 sotto diverse forme: lo striscione per l’occasione recitava “No gas, no carbon”, poi le forze dell’ordine sono riuscite a slegare i lucchetti con cui i manifestanti si erano incatenati. Strumento del dissenso anche un passeggino per bebè, “simbolo delle future generazioni condannate a un futuro invivibile a causa del collasso climatico”. Successivamente, data la totale assenza di collaborazione da parte dei soggetti, gli agenti li hanno spostati di peso dal centro della carreggiata.

Ultima Generazione Monte Bianco, protesta analoga anche in Francia

Ultima Generazione Monte Bianco, nuova protesta sotto la neve da parte degli attivisti sul clima che hanno inscenato un sit-in pacifico sulla carreggiata che immette nel traforo verso la Francia.

Circa una decina gli esponenti che sono stati intercettati dalle autorità lungo il versante italiano, con un messaggio poi ripreso anche sul proprio profilo Twitter: “Con una sola voce, i cittadini chiedono che i nostri governi agiscano sul cambiamento climatico. Questo mondo viene condannato davanti ai nostri occhi“. Successivamente, definiscono “nullo” l’impatto economico dovuto al lockdown pandemico rispetto “ai miliardi di euro sprecati ogni giorno bruciando combustibili fossili“. E’ dunque giunto il momento di contestare “l’atteggiamento attendista che per troppo tempo i nostri governi stanno mantenendo poiché incapaci di far fronte ai propri impegni“.

Gli attivisti, a differenza di quanto accaduto qualche giorno fa a Bologna, rischiano una triplice denuncia per manifestazione non preavvisata, resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio. Più collaborativa e accolta la protesta sul versante francese, dove i manifestanti hanno distribuito del caffè ricevendo in cambio cibo e dolci da parte di diversi automobilisti. Anche in questo caso, però, la Gendarmerie è dovuta ricorrere allo spostamento fisico a causa della scarsa collaborazione ricevuta.