Le pensioni minime 2023 non vedranno con buona probabilità il tanto agognato aumento fino ai 600 euro mensili. Stando alle dichiarazioni rilasciate dal sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon non ci sarebbero i fondi sufficienti per sostenere un simile incremento, o almeno non in questa finanziaria. Ma l’obiettivo potrebbe essere raggiunto nel corso della legislatura, si legge nelle note. Le parole del sottosegretario, inutile dirlo, hanno subito provocato l’irritazione degli azzurri, i maggiori sostenitori della proposta. Fonti del partito di Silvio Berlusconi avevano fatto intendere che nel vertice di ieri a Palazzo Chigi sulla manovra si era creata un’apertura a un piccolo incremento, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che avrebbe spiegato la necessità di calcolare l’entità e l’età di partenza, dai 75 o dagli 80 anni. Il problema, come sempre, è di risorse. È bene sottolineare, però, che un aumento delle pensioni minime, tanto per il 2023 quanto per il 2024, è già previsto dalla legge di Bilancio. E non è a rischio: le parole di Durigon, infatti, fanno riferimento a un emendamento proposto da Forza Italia, dove veniva disposto un aumento aggiuntivo oltre a quello già confermato. Aumento che, assicura il sottosegretario al ministero per il Lavoro, per quest’anno non ci sarà.

Aumento pensioni minime 2023: cosa è confermato, importo, novità. Tutte le informazioni

La legge di Bilancio 2023 prevede che tutte le pensioni d’importo inferiore al trattamento minimo, 525,38 euro nel 2022, godano di una maggiorazione dell’1,5 percento per tutto il 2023. Tale incremento va applicato sull’importo della pensione minima già rivalutato, tenendo conto quindi della percentuale d’indicizzazione del 7,3 percento rilevata dall’Istat. Quindi, per effetto della rivalutazione al 7,3 percento, la pensione minima salirà fino a 563,73 euro, beneficiando di un incremento di 38,35 euro. A questo importo andrà aggiunto poi un ulteriore 1,5 percento per tutte le tredici mensilità del 2023. Ne risulterà un importo della pensione minima pari a 572,18 euro. Secondo Forza Italia, però, l’aumento delle pensioni minime sarebbe dovuto essere più ingente. D’altronde in campagna elettorale Silvio Berlusconi aveva fissato la soglia a 1.000 euro; siamo molto lontani, quindi, dall’incremento di poco più di 8 euro al mese previsto dalla legge di Bilancio. Per questo motivo è stato presentato un emendamento alla legge di Bilancio 2023 dove viene chiesto di portare le pensioni minime almeno alla soglia psicologica dei 600 euro. Le risorse per gli emendamenti alla legge di Bilancio sono limitate, visto che il Tesoro ha autorizzato un limite di spesa di appena 400 milioni di euro. Ecco perché, spiega Durigon, l’emendamento di Forza Italia non è destinato ad andare avanti. L’aumento fino a 600 euro non ci sarà, almeno per quest’anno, ma è importante sottolineare che già per il 2024 è atteso un ulteriore incremento.

L’aumento nel 2024

Nel 2024 l’incremento delle pensioni minime sarà del 2,7 percento percentuale che si aggiungerà alla rivalutazione annuale di cui non è possibile, al momento, prevedere il tasso. Ad esempio, in caso di rivalutazione pari a zero, il che sembra essere impossibile vista l’inflazione attuale, l’incremento verrà calcolato applicando la percentuale del 2,7 percento all’importo della pensione minima previsto per il 2023 al netto dell’incremento dell’1,5 percento. Quindi 563,73 euro, che aggiungendo un 2,7 percento, equivale a un incremento di circa 15 euro. Ma come già detto è presto per fare calcoli e previsioni poiché prima bisognerà capire quale sarà il tasso di rivalutazione che verrà accertato per il 2024. Una cosa è certa, tra adeguamento e incremento del 2,7 percento, già tra due anni l’importo delle pensioni minime si avvicinerà alla soglia dei 600 euro richiesta da Forza Italia.