Storia del crimine: Luigi Chiatti, “il mostro di Foligno”. Nato a Narni in provincia di Terni il 27 febbraio 1968, Luigi Chiatti è stato un killer pedofilo. In realtà nacque come Antonio Rossi, figlio di Marisa Rossi, una giovane cameriera ragazza madre che, non potendo provvedere al figlio, lo abbandonò poco dopo la nascita. Trascorse i suoi primi anni di vita in un orfanotrofio del paese umbro e, poco prima di compiere sei anni, fu adottato dal medico Ermanno Chiatti e da sua moglie Giacoma Ponti, residenti a Foligno. Quando l’adozione divenne ufficiale, il 13 giugno 1975, il nome gli fu cambiato in Luigi Chiatti.
Storia del crimine: Luigi Chiatti, “il mostro di Foligno”
Domenica 4 ottobre 1992: Simone Allegretti, un bambino di 4 anni, scompare nel nulla nelle campagne tra le località di Foligno e Bevagna. Il corpo senza vita del piccolo venne ritrovato due giorni dopo lungo una scarpata; non molto lontano dal punto in cui era scomparso. Poco prima del ritrovamento del corpicino, in una cabina telefonica di fronte alla stazione ferroviaria di Foligno, fu rinvenuto un biglietto che rivendicava il delitto fornendo dettagli precisi su dove si trovasse il corpo del povero Simone e dettagli precisi sull’abbigliamento della vittima. Nel biglietto, l’assassino annunciava la volontà di colpire ancora.
La mobilitazione generale anti-mostro
La questura di Perugia attivò un numero verde e sull’assassino fu messa una taglia. Il 13 ottobre 1992 un uomo chiamò il numero verde più volte dicendo: “Sono il mostro di Foligno”. Grazie a queste telefonate l’utenza venne rintracciata e portò all’identificazione di Stefano Spilotros: giovane agente immobiliare lombardo. Troppe, però, le incongruenze. Inoltre, amici e parenti di Stefano Spilotros dissero che la domenica del terribile omicidio, Spilotros si trovava con loro a Rodano, in provincia di Milano. Gli inquirenti allora disposero ulteriori accertamenti che portarono a una conclusione: Spilotros era solo un mitomane. Il clima di isteria collettiva che si creò attorno alla vicenda, produsse fatti analoghi. Ad esempio, un giovane operaio della provincia di Macerata s’impiccò lasciando un biglietto con su scritto: “Sono io il mostro, perdonatemi”.
Il mostro di Foligno colpisce ancora
Il 7 agosto 1993 il killer pedofilo dell’Umbria, commise il suo secondo omicidio: il corpo senza vita del 13enne Lorenzo Paolucci fu ritrovato a poche decine di metri dalla villetta in cui abitava Luigi Chiatti che venne arrestato. Il giovane confessò quasi subito l’omicidio, attribuendosi anche quello di Simone Allegretti. Il processo a carico di Luigi Chiatti cominciò il primo dicembre 1994. Il 28 dicembre dello stesso anno, “il mostro di Foligno” fu condannato a due ergastoli.
Gli altri gradi di giudizio e la riforma della sentenza di primo grado
L’11 aprile 1996 la corte d’Assise d’Appello di Perugia riformò la sentenza di primo grado, dichiarando Luigi Chiatti semi-infermo di mente e lo condannò a 30 anni di carcere. Il 4 marzo 1997, la Cassazione confermò la sentenza d’appello, rendendo così definitiva la condanna. Luigi Chiatti ha scontato la pena nel carcere di Prato. Il 3 settembre 2015 è stato disposto il suo internamento per almeno altri tre anni in una Rems (tipo di struttura che ha sostituito i vecchi ospedali psichiatrici giudiziari) in Sardegna. Nel 2018 e nel 2020, a seguito di valutazione del Tribunale di sorveglianza di Cagliari, la permanenza di Luigi Chiatti presso la Rems è stata prorogata di due anni in entrambe le occasioni.
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Questa e’ gente pazza , va ammazzata nei forni appena nata, quando e’ grande e ha commesso una cosa simile va massacrata a randellate senza ammazzarla ma bastonate a piu non posso a lui e chi lo accudito e messo al mondo !! i matti vanno ammazzati prima che possano compiere un omicidio ! bastardi!
bastardo chiatti li mortacci tua e de sto matto , spero che crepi soffrendo bastardo pazzo da manicomio