Di quanto aumentano le pensioni nel 2023? Da gennaio 2023 scatterà la rivalutazione delle pensioni in base ai dati sull’inflazione del 2022. A partire dal 1° gennaio del prossimo anno ci sarà un adeguamento pari a +7,3% delle pensioni dei cittadini.

Di quanto aumentano le pensioni nel 2023?

La normativa attualmente in vigore prevede, con decorrenza dal 1° gennaio 2022, l’applicazione della rivalutazione automatica delle pensioni secondo tre diversi scaglioni, al 100, al 90 ed al 75%.

Il disegno di legge di bilancio 2023, approvato in Consiglio dei ministri lunedì 21 novembre, ritocca il meccanismo di rivalutazione, passando a sei scaglioni: 100, 80, 55, 50, 40 e 35%.

L’adeguamento sarà dell’80% per gli assegni pari o inferiori a cinque volte il minimo, del 55% per quelli tra cinque e sei volte il minimo, del 50% tra sei e otto volte il minimo, del 40% tra otto e dieci volte il minimo e del 35% per le pensioni superiori a 10 volte il minimo (circa 5.250 euro).

Rivalutazione pensioni 2023 esempio tabella

Il trattamento minimo 2023 salirà a circa 570 euro [524,34 euro al mese x (7,3% + 1,5%)]. Per le pensioni di importo superiore, la rivalutazione è invece riconosciuta nella misura del:

  • 100% dell’inflazione per le pensioni di importo fino a 4 volte il TM;
  • 80% dell’inflazione per le pensioni di importo compreso tra 4 e 5 volte il TM; 
  • 55% dell’inflazione per le pensioni di importo compreso tra 5 e 6 volte il TM;
  • 50% dell’inflazione per le pensioni di importo compreso tra 6 e 8 volte il TM;
  • 40% dell’inflazione per le pensioni di importo compreso tra 8 e 9 volte il TM;
  • 35% dell’inflazione per i trattamenti pensionistici oltre 9 volte il TM. 

Aumento pensioni minime

Come annunciato dal governo la rivalutazione delle pensioni minime di quelle ancora più basse sarà “rafforzata”. In particolare, il “minimo” sarà incrementato dell’1,5% il prossimo anno e del 2,7% nel 2024. Tenendo conto dell’indicizzazione del 7,3%, gli assegni più bassi dovrebbero arrivare a oltre 570 euro il prossimo anno e a circa 580 in quello successivo.

Allo studio del governo c’è la possibilità di alzare i trattamenti pensionistici più bassi fino a 570 euro già nell’attuale Legge di Bilancio.

La maggioranza è alle prese con gli ultimi emendamenti alla manovra. Si fra strada l’ipotesi di alzare i trattamenti minimi fino a 600 euro per la fascia più anziana e meno abbiente di pensionati. Sarebbe infatti possibile arrivare a questa cifra, anche se non per tutti, visti gli appena 400 milioni di euro messi a disposizione dal Tesoro per cambiare la Legge finanziaria. Così l’idea è quella di concedere un ulteriore aumento almeno ai pensionati over 70 con un Isee di basso livello.