Ridotto il Reddito di cittadinanza per le famiglie più difficoltà nel gestire le spese nel mese di dicembre 2022. La stretta del Governo Meloni si farà sentire nel 2023. Il sussidio non sarà eliminato per le persone e famiglie in povertà, ma sarà ridotto nel valore.

Reddito di cittadinanza ridotto importo da subito per queste famiglie

L’Esecutivo promette battaglia ai furbetti della poltrona, ricordando che il sussidio è stato inserito nella vita dei cittadini con una formula sperimentale. La nuova visione del Reddito di cittadinanza presume un taglio netto per gli occupabili, iniziando un periodo con un passaggio provvisorio a 8 mesi, per poi essere cancellato definitivamente per alcune persone. Ed è chiaro che siamo a un pensiero forte che non contempla più l’erogazione a vita.

 Il 2023 sarà l’anno di transazione per i lavoratori occupabili, a cui seguiranno dei corsi di formazione dalla frequenza obbligatoria.

Reddito di cittadinanza: ultima ora

La mini – stretta non tiene conto della rivalutazione del sussidio di Stato.  L’inflazione e i rincari sui beni e servizi hanno spinto il governo italiano ad adottare diverse misure, come la rivalutazione delle pensioni, ma anche dell’assegno unico, canone di locazione, multe e detrazioni.

Dunque, nel 2023 sulle pensioni scatta una rivalutazione del 120% (pensioni minime), accompagnata da un adeguamento del 7,3% e non solo.  

L’importo dell’assegno unico viene rivalutano tenendo conto dell’indice dell’inflazione sui prezzi al consumo. Dunque, si passa da 175 a 190 euro al mese per figlio. Nello stesso tempo, anche il limite reddituale sarà incrementato da 15.000 a 16.000 euro.

Anche il canone di locazione potrebbe subire l’effetto dell’inflazione, per cui gli affitti a canone libero potrebbero aumentare. Per gli affitti a canone concordato potrebbe scattare la rivalutazione per tre quarti.

Il problema è strettamente legato all’indice dell’inflazione che dovrebbe attestarsi all’otto per cento, producendo sugli affitti un aumento al +6 per cento. Mentre, la cedola secca non rientra nella rivalutazione.

Per quanto riguarda, le sanzioni amministrative le previsioni portano alla rivalutazione automatica in concomitanza dei prezzi governativi. Ad oggi, il meccanismo non è attivo, ma in passato si è registrata anche una deflazione, ovvero multe adeguate in ribasso.

Per il 2023 non è prevista alcuna variazione sui massimali detraibili per la determinazione delle spese in dichiarazione dei redditi.

Il Reddito di cittadinanza fuori dalla rivalutazione 2023.

INPS RdC: quanti soldi si perdono da oggi al 2023

L’ammortizzatore sociale non subirà alcuna rivalutazione prodotta dall’indice dell’inflazione annuale.

Per il Reddito di cittadinanza non sono state presunte variazioni, come invece, è avvenuto per pensioni, assegno unico, affitti e così via.

Alla luce di queste considerazioni, i percettori del sussidio non ricevono alcun aumento sull’importo spettante. Dunque, perdono potere d’acquisto per l’effetto dell’aumento dei prezzi e servizi combinati alla crescita dell’inflazione.

 Prendiamo come esempio il caso di Tizio, nel 2019 ha iniziato a percepire un Reddito di cittadinanza del valore di 780 euro. Dunque, un percettore singolo senza altri introiti e con un canone di locazione da regolarizzare. Nel 2022 con le variazioni dei prezzi a consumo il valore del sussidio scende 665 euro.

Nel 2023 il Reddito di cittadinanza non è oggetto di rivalutazione. In altre parole, il valore del sussidio resta inalterato, mentre l’aumento dei prezzi non permette più gestire le spese come in passato. Dunque, coloro che percepivano un Reddito di cittadinanza pari a 780 euro ne incassano 655 euro una notevole riduzione del valore del sussidio rapportata all’indice ISTAT.  

Per questo motivo, tante famiglie a dicembre si trovano a gestire un sussidio del valore di circa 100 euro in meno.

Quando toglieranno il reddito di cittadinanza

Sono circa 404mila le famiglie coinvolte nei cambiamenti 2023. Nella Relazione tecnica vengono riportati i dati INPS che mostrano un numero medio di 1.039 milioni di beneficiari annui, di cui 400 milioni sarebbe interessati dai nuovi interventi, mentre la restante parte all’incirca 635 mila famiglie non sarebbero investita dalle nuove regole.

Secondo la stima riportata sulle nuove disposizioni, nel 2023 i fruitori del sussidio occupabili tra 18 e 59 anni ricevono una riduzione del periodo di erogazione fissata in 8 mensilità. Nella classifica degli intoccabili resterebbero famiglie con minori, disabili e over 60.