Clima biodiversità al via Cop15 in Canada. È partita oggi a Montreal, in Canada e terminerà il 19 dicembre la conferenza Onu sulla biodiversità a cui partecipano 196 paesi e più di 15 mila persone. Dopo il clima, i potenti della Terra si concentrano così sulla tutela di specie ed ecosistemi. La sfida è quella di raggiungere un accordo per salvare il pianeta e la natura che lo abita. Quasi un ultimatum, se si considera che 1 milione di specie vegetali e animali sono oggi minacciate di estinzione. Secondo l’Onu si tratta della più importante perdita dall’estinzione dei dinosauri.

Clima biodiversità al via Cop15 in Canada: perché è importante?

Tutelare clima e biodiversità non è importante solo per le specie animali. Garantire il benessere della Terra significa garantire la salute e il benessere di tutti quelli che ci vivono, compresi gli essere umani. Anche perché l’esistenza dell’umanità si basa sulla presenza di aria pulita, cibo e un clima abitabile, tutti elementi regolati dal mondo naturale. Non solo, anche da un punto di vista economico c’è bisogno di un cambiamento. Gran parte del Pil prodotto in tutto il mondo dipende infatti dalla salute degli ecosistemi: si parla di quasi 42 miliardi di dollari.

Quali gli obiettivi della Cop15?

Clima biodiversità al via Cop15 in Canada. I paesi che partecipano si impegnano ad arrivare a dei target, i principali sono cinque:

  • Trovare ed adottare un quadro di riferimento equo
  • Definire obiettivi chiari contro inquinamento, sfruttamento eccessivo del suolo e l’agricoltura non sostenibile
  • Salvaguardare le popolazioni indigene
  • Sviluppare una finanza più sostenibile
  • Ripristinare lo stato naturale entro il 2050

“30 by 30”, cos’è?

Si tratta di uno degli obiettivi più contestati e complessi da raggiungere: salvaguardare il 30% dell’acqua e del suolo entro il 2030. E’ stato proposto per la prima volta da alcuni ricercatori sulla prestigiosa rivista Science, ma poi è stato gradualmente adottato da più di 100 nazioni, tra cui molti paesi dell’Unione europea. I tempi sono strettissimi e in questo senso, quello della Cop15 si può definire un ultimatum alla terra. Anche perché il rapporto di valutazione pubblicato dal Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) dell’Onu dice che è rimasta una brevissima finestra temporale in cui si può invertire la tendenza al degrado degli ecosistemi, prima che sia troppo tardi.