In tema di manovra e – quindi – di tasse, “dovremmo allargare il concetto di imposizione equa”. Ne è convinto l’Onorevole Nicola Ottaviani, deputato della Lega e segretario della Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati. A Radio Cusano Campus, nella trasmissione Base Luna chiama Terra, Ottaviani ribadisce che, in tema di imposizione equa,
“Il concetto che non riesce a rientrare nella nostra legislazione è quello della tassazione che sia innanzi tutto sostenibile e che tenga conto della capacità di ogni famiglia – anche del privato dipendente e non solo dell’autonomo – di mettere da parte quello che è il proprio reddito o capacità di spesa“.
“Se non riformiamo una volta per tutte quello che è il regime delle detrazioni e sostanzialmente delle deducibilità – prosegue Ottaviani – è chiaro che siamo soggetti a quella che può essere la furberia del momento”. Ovvero l’evasione fiscale.
Bruxelles e la manovra, Ottaviani: “Con l’Europa rapporto da ri-costruire”
Nonostante le critiche che sono piovute sulla manovra, dalle opposizioni, (sono oltre 3.000 gli emendamenti presentati in Parlamento) da Confindustria ma anche da Bankitalia, la legge di bilancio attende un parere da Bruxelles. Per Ottaviani però il rapporto europeo è, come afferma lui stesso, da ri-costruire.
Parte dei media hanno tacciato il centrodestra di politiche eccessivamente nazionaliste. In realtà Giorgia Meloni, tutto il governo e i ministri della coalizione stanno sottolineando come mai come in questo momento sia importante essere parte attiva di un processo di rivisitazione del rapporto fra l’Europa e gli Stati membri. In passato spesso si è guardata l’Europa con troppa distanza; forse perché Bruxelles, obiettivamente, non riusciva ad entrare nelle tematiche del quotidiano.
L’Italia vuole contare di più in Europa
Non c’è nessun desiderio di discutere quindi con Bruxelles, perché il nostro Paese vuole contare di più dentro l’Europa. Secondo Ottaviani infatti, l’Italia suscita addirittura una certa attesa
Oggi l’Italia vuole contare di più in Europa. Le riforme che portiamo avanti nel nostro Paese sono riforme che anche altri paesi attendono che vengano metabolizzate da Bruxelles e Strasburgo. Ecco perché la premier si è messa a diposizione dell’Europa in questo rapporto che deve essere (fra Roma e Bruxelles, ndr) di contraddittorio, dialettico e non chiuso come in passato.(…) In conclusione, il ruolo dell’Italia in questo momento è importante più che in passato – paradossalmente – per riformare non soltanto le nostre normative, ma anche e soprattutto i principi di integrazione europea.