Bonus 200 e 150 euro dovranno essere restituiti? Un’amara sorpresa per tutti coloro che hanno goduto del beneficio economico e che a breve potrebbero vedere stipendi e pensioni ridotti.
Si tratta, di una questione molto delicata che non riguarda solo i lavoratori che hanno ricevuto il contributo. I non aventi diritto che hanno percepito indebitamente l’aiuto di Stato dovranno restituirlo in busta paga. Dunque, sarà trattenuto dal datore di lavoro nella fase di remunerazione della paga.
Per i pensionati scatta il prelievo automatico dal cedolino.
Per questo motivo, cercheremo di analizzare nel dettaglio le disposizioni presenti in diverse circolari INPS sulle regole per la determinazione dei requisiti del bonus 200 e 150 euro.
Bonus 200 e 150 euro: chi dovrà restituire i soldi
Il vero problema, sono i pensionati che hanno ricevuto un doppio bonus, ovvero da 200 e 150 euro, riconosciuto dall’INPS in modalità provvisoria.
In sostanza, l’Istituto ha erogato l’indennità spettante, riservandosi di eseguire i controlli sulla legittimità del diritto in una fase successiva al pagamento.
Vista l’imminente chiusura dell’anno in corso, appare chiaro che l’istituto si prepara ad analizzare i redditi dei pensionati prodotti nel 2021.
L’INPS potrebbe inviare raffiche di provvedimenti contente la revoca del beneficio e l’ordine di restituzione per indebita percezione. La cosiddetta indennità una tantum da 200 e 150 euro, rischia di diventare una trappola per il pensionato.
Bonus 200 e 150 euro: pensionati
Chi dovrà restituire l’indennità una tantum? Per rispondere a questa domanda, sarà necessario fare un passo indietro. In particolare, riepilogare le disposizioni contenute nel decreto 50 del 17 maggio 2022, nel quale sono riportate le norme che hanno permesso il rilascio del bonus 200 euro. Ricordare, dunque anche le disposizioni previste per il bonus 150 euro.
Nel primo caso il riferimento cade sull’articolo 32 di tale decreto, nel quale viene sancito che il beneficio viene rilasciato per i redditi annui uguali o inferiore a 35.000 euro.
Circolare INPS n. 103/2022: bonus 200 euro
L’INPS nella Circolare n° 103 del 26-09-2022, spiega le istruzioni amministrative in materia di indennità una tantum per l’anno 2022, in particolare:
“Ai fini della verifica del requisito reddituale, l’articolo 4, comma 2, del decreto interministeriale 19 agosto 2022, stabilisce che dal computo del reddito personale assoggettabile a IRPEF, al netto di tutti i contributi previdenziali e assistenziali, sono esclusi i trattamenti di fine rapporto comunque denominati, il reddito della casa di abitazione e le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata”.
La stessa determinazione dei requisiti reddituali viene adottata per il bonus 150 euro regolato dal decreto n. 144/2022. Eccezion fatta, per il valore del reddito che questo caso deve risultare uguale o inferiore a 20.000 euro.
Bonus 150 euro: rinnovo e pagamento
La normativa ha permesso di beneficare delle indennità in modalità automatica. La stessa regola è stata applicata per il periodo di luglio e ottobre 2022.
Il sistema ha erogato il pagamento automatico, dunque d’ufficio, non permettendo il rilascio della documentazione reddituale riferita al 2021. In buona sostanza, l’INPS ha avviato il protocollo dei pagamenti con riserva o in via provvisoria.
Circolare INPS n° 127/2022: bonus 150 euro
L’INPS nella Circolare n° 127 del 16-11-2022 spiega le istruzioni relative all’indennità una tantum di importo pari a 150 euro, con particolare riferimento all’articolo 19, comma 4 che recita:
“L’indennità una tantum di cui al comma 1 è corrisposta sulla base dei dati disponibili all’Ente erogatore al momento del pagamento ed è sottoposta a successiva verifica del reddito di cui ai commi 1 e 2, anche attraverso le informazioni fornite in forma disaggregata per ogni singola tipologia di redditi dall’Amministrazione finanziaria e da ogni altra amministrazione pubblica che detiene informazioni utili”.
Alla luce di queste considerazioni, si comprende che l’INPS per le persone che non rientrano nelle condizioni reddituali procede alla notifica dell’indebito e al recupero dello stesso.
I contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi entro il 30 novembre 2022, rischiano la verifica dell’INPS. Medesimo, discorso per coloro che dovranno presentare il modello Red entro il 28 febbraio 2023.
Nel momento in cui l’Istituto riceve tutti i dati delle dichiarazioni reddituali 2021, viene messo nelle condizioni di effettuare i controlli dovuti, dunque accertare l’indebita percezione del contribuente.
Ricordiamo che per i pensionati la restituzione del bonus percepito e non spettante avviene attraverso la decurtazione diretta della pensione (Circolare n. 47/2018).