Tra le mille ricette delle feste vi proponiamo anche quella della puccia dell’Immacolata è un piatto tradizionale della tradizione salentina, che si mangia appunto alla vigilia dell’8 dicembre. Non è una puccia come le altre, che normalmente si trovano nei panifici durante tutto l’anno, ma un panino più semplice ed essenziale. Questo proprio perché Il giorno della Vigilia dell’Immacolata è dedicato al ritiro spirituale, alla preghiera e al digiuno: in Puglia si mangia in modo frugale, soltanto una puccia, in segno di rispetto verso la tradizione e la festa religiosa.
Che origine ha la puccia
Le origini della puccia dell’Immacolata sono molto antiche: il suo nome probabilmente deriva da puccidatu, ovvero il pane che gli antichi legionari romani portavano con sé durante le loro lunghe spedizioni, caratterizzato dal fatto che si conservava per diversi giorni. In seguito questo pane si diffuse tra i contadini che lavoravano i campi e che avevano bisogno di di consumare un pasto veloce, ma sostanzioso.
Leggenda vuole che fu un fornaio di Trepuzzi, paesino in provincia di Lecce, ad aver dato inizio alla diffusione della puccia così come oggi la conosciamo: egli infatti divise l’impasto in tante palline e le dispose nel forno a legna, dove queste si trasformarono in veri panini.
Puccia dell’Immacolata: la ricetta
Fare in casa la puccia dell’Immacolata non è complicato: ecco la ricetta passo per passo.
Per prima cosa su una spianatoia infarinata mettete 500 g di semola di grano duro e fate una conca, al centro della quale posizionate un cubetto di lievito di birra che avrete sciolto in poca acqua tiepida. Cominciate quindi a impastare, aggiungendo via via altra acqua tiepida; quando il lievito si sarà amalgamato aggiungete circa 15 g di sale e due cucchiai d’olio extravergine d’oliva.
Iniziate quindi a impastare fino a quando avrete ottenuto un composto ben sodo: mettetelo quindi a lievitare in una ciotola coperta con un panno umido per 1 ora. Trascorso il tempo, sgonfiate l’impasto e incorporatevi 150 g di olive nere pugliesi, meglio se con i noccioli. Formate quattro pagnotte di uguale misura, spolverizzatele di semola e fatele lievitare coperte per un’altra ora, fino a quando non avranno raddoppiato la loro dimensione.
A questo punto infornare a 220° per 30 minuti, fino a quando la vostra puccia dell’Immacolata sarà ben dorata. Aprite quindi la puccia e farcitela con uno strato di tonno sott’olio a pezzettini, uno strato di franfullicchi (pesciolini fritti e marinati nell’aceto) e uno strato di lamelle di provolone piccante. Una vera delizia!