Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti non ci stanno e difendono a spada tratta quanto fin qui costruito nella Manovra 2023. Lo riferiscono fonti parlamentari presenti questa mattina all’incontro in maggioranza, in cui è emerso un certo fastidio per le polemiche avanzate dalle opposizioni, definite strumentali, ma dove ci sarebbe margine per rivedere alcuni parametri.
Tra i provvedimenti che sarebbero al vaglio di possibili modifiche spicca la soglia dei pagamenti elettronici tramite Pos. È invece ufficiale l’istituzione di una cabina di regia per supportare l’Esecutivo laddove ancora non si è riusciti a intervenire in maniera strutturale. Il tempo stringe.
Manovra 2023, dove si interverrà e dove no
Giorgia Meloni Manovra 2023, la premier continua a lavorare a ranghi serrati e, come da lei stessa dichiarato domenica sui social, ci sarà spazio per alcuni cambiamenti. Nessuna modifica sarà però adottata sul reddito di cittadinanza, nonostante anche pareri autorevoli contrari, idem per quanto concerne il Superbonus (ma si preme per posticipare dal 30 settembre al 31 dicembre la data entro cui far decadere il termine per accedere al bonus). Potrebbe invece trovare accoglimento la proposta caldeggiata da Forza Italia in merito a un innalzamento delle pensioni minime (anche se non fino ai 1.000 chiesti da Silvio Berlusconi), e solo per gli over75. Il vero problema è trovare risorse disponibili nel giro di pochissimi giorni.
Sul dossier Opzione donna si sta lavorando all’eliminazione della condizionalità dei figli dalla misura contenuta in manovra. La modifica potrebbe arrivare con un emendamento del governo. Sì invece, come dichiarato dai Moderati, all’estensione del congedo parentale anche per i papà. Nella giornata di oggi scade il termine per presentare gli emendamenti, che saranno diverse centinaia e molti di più di quanto auspicato da Meloni stessa.
Incontro Meloni-Sindacati, Landini: “Giudizio negativo”
Dopo l’incontro con i capigruppo il confronto sul provvedimento tra la premier e i sindacati. Per il governo presenti i ministri del Lavoro, Marina Calderone, della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, delle Imprese, Adolfo Urso, dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, insieme a Alfredo Mantovano, e Giovanbattista Fazzolari, sottosegretari alla presidenza. Per i sindacati invece i leader di Cgil, Maurizio Landini, Cisl, Luigi Sbarra, Uil, Pierpaolo Bombardieri e Ugl, Paolo Capone (quest’ultimo confermato dopo l’esordio di un mese fa).
Landini, in una dichiarazione alla stampa, ha quindi bocciato la manovra:
Abbiamo confermato il giudizio negativo sulla manovra, in particolare sui redditi. Abbiamo posto il tema della precarietà e il problema sul fisco e l’evasione. La logica della flat tax è sbagliata. Le risposte del governo hanno confermato profonde distanze sul fisco e sulla precarietà. È necessario proseguire la mobilitazione e richiedere modifiche profonde ad una manovra che rischia di impoverire ulteriormente le persone. Abbiamo ribadito le nostre critiche ed il nostro giudizio negativo sulla manovra, critiche e giudizio negativo che ci stanno portando in questi giorni in piazza. La premier ha detto che condivide alcune riflessioni, in particolare sui voucher e opzione donne. Sulla questione fiscale non le condivide. È stata data disponibilità ad aprire una serie di tavoli e di confronti ma con i i tavoli non si pagano le bollette e non si mangia