La polizia ha identificato il presunto autore delle minacce social alla premier Giorgia Meloni e a sua figlia. Si tratta di un uomo di 27 anni, disoccupato, residente nella provincia di Siracusa. Gli agenti della polizia postale e della Digos hanno eseguito una perquisizione a casa dell’uomo, che adesso è indagato per violenza privata aggravata nei confronti del presidente del Consiglio.
Durante la perquisizione informatica, una volta confermato che l’account Twitter da cui provenivano le minacce appartenesse proprio al 27enne, le forze dell’ordine hanno sequestrato i dispositivi elettronici dell’indagato.
Minacce social a Giorgia Meloni, l’accusa al M5S: “Fomenta odio”
“Se togli il reddito ammazzo te e tua figlia“. “Ci vuole la morte di lei e sua figlia”. “Veramente attenta, finiscila co’ sta cosa di togliere il reddito di cittadinanza senno’ ti ammazzo ma lo capisci?”. Sono soltanto alcuni dei messaggi ricevuti dal capo di governo, che aveva denunciato l’accaduto nelle scorse ore. Nel mirino del facinoroso c’era evidentemente la decisione, da parte dell’esecutivo, di sospendere il Reddito di cittadinanza a partire dal 2023. L’account Twitter di Fratelli d’Italia ha realizzato un collage con tutte le minacce social ricevute da Meloni. L’accusa del partito è rivolta al Movimento 5 Stelle e in particolare al leader Giuseppe Conte, accusato di “fomentare un clima d’odio“, come ribadito dal responsabile nazionale organizzazione di FdI Giovanni Donzelli.
Fomentare rabbia sociale per raccattare qualche voto è pericoloso. Spero che Giuseppe Conte ci pensi un minuto e condanni senza esitazione questi violenti.
A fargli eco il sottosegretario all’Attuazione del programma di Governo Giovanbattista Fazzolari, convinto che le gravi minacce siano “prodotto del clima di odio fomentato dalla narrazione falsa di chi sul disagio sociale cerca di lucrare facili consensi“.
Il presidente del M5S, che non si è ancora espresso sui gravi messaggi ricevuti da Meloni, nei giorni scorsi aveva risposto alle accuse.
Io non fomento l’odio, semmai la violenza la fomenta un Governo che mira a lasciare sul lastrico senza soluzione persone che sono in condizione di povertà assoluta.