Con tono piuttosto scocciato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi invita l’opinione pubblica ad accantonare momentaneamente i litigi sul Pos e sui pagamenti elettronici: la vera urgenza è costruire una Manovra efficace ed incisiva, a cominciare da “un intervento forte sul cuneo fiscale“.
Sul tema il leader degli industriali si espone indirettamente (“Possiamo tranquillamente lasciare libertà di pagamento”), ma poi entra subito nel merito sottolineando cosa non funziona nell’attuale Finanziaria del 2023: “Flat tax e prepensionamenti non creano Pil aggiuntivo né posti di lavoro per i giovani“. Infine, sulle tante critiche arrivate alla Manovra da altri esponenti, il numero uno di viale dell’Astronomia si trincera dietro un salomonico “no comment”.
Manovra, Bonomi illustra gli ambiti di intervento ad alta priorità
Individuati gli ambiti non prioritari sulla Manovra, Carlo Bonomi spiega quali sono i punti salienti su cui deve poggiare l’economia italiana nell’anno venturo, nell’ottica “di mettere le risorse su stimoli e investimenti“. Quattro gli interventi strutturali da lui proposti: credito d’imposta, Zes (Zone economiche speciali), industria 4.0 e innovazione.
A proposito del primo pilastro, il leader degli imprenditori spiega che “un intervento forte sul cuneo fiscale, per i redditi bassi fino a 35 mila euro, da 16 miliardi che consentirebbe di mettere in tasca 1.200 euro, una mensilità in più“. Poi, sulla riforma del fisco stesso, ricorda ai presenti che “Confindustria è sempre stata molto chiara, serve una riforma organica in cui le tasse siano viste come leva di competitività senza orientare tutti gli interventi al gettito finale“.
Bonomi è stato successivamente solleticato in merito a due dossier nazionali sul tavolo del governo Meloni: Ita Airways (ex Alitalia) e Ilva (l’acciaieria di Taranto). Nel primo caso il commento è favorevole a una vendita, nel secondo serve una riflessione sull’utilità che la materia prima “acciaio” può dare all’Italia (“Dal mio punto di vista perderlo sarebbe un errore, ma serve prima un piano certo e poi si deciderà cosa farne“). A proposito di entrambi i faldoni, Ita ha diramato il piano di assunzioni del 2023: 1.200 posti disponibili che saranno assegnati con open day in programma a Milano e a Roma nei prossimi giorni; sull’ex Ilva si è espresso il ministro del Made in Italy Adolfo Urso, il quale esclude la statalizzazione, pur con una partecipazione che salirà al 60% nel maggio 2024.
Incontro con Conte questa mattina
Questa mattina nel frattempo è andato in scena un “incontro proficuo” tra Confindustria e il Movimento 5 Stelle a Campo Marzio, sede romana dei grillini. Conte ai cronisti ha dichiarato “condivisione di idee sulla mancanza di visione nella Manovra attuale”.
Il leader pentastellato ormai da giorni evidenzia tutte le lacune che, a suo dire, sono presenti nella Finanziaria: “nessuna prospettiva sugli investimenti, specialmente al Sud, nessun tentativo di invertire la previsione recessiva del Paese: c’è grande delusione“. Inoltre, una mancanza di attenzione verso il Mezzogiorno non può essere affiancata allo smantellamento del sistema di protezione sociale (leggi “reddito di cittadinanza”, definito “una cintura di sicurezza”).
Bonomi ha ricalcato grossomodo le parole dell’ex premier, ricordando “il confronto sempre rispettoso sul piano personale e istituzionale durante la sua seconda legislatura“.